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Camogli, pescato uno squalo di 200 chili
Uno squalo a Camogli: 4 metri di lunghezza, 200 chili di peso. E' finito nelle reti grazie alla tonnarella, una specie di mini-tonnara che al largo di Camogli è attiva per sei mesi l'anno. E' esemplare di squalo volpe che ha suscitato curiosità e un pizzico di preoccupazione, sulla banchina del porticciolo dove i pescatori hanno mostrato con orgoglio la preda ai turisti e agli altri uomini di mare del borgo ligure.
(foto tratte da Liguria Nautica)
repubblica.it
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:16. -
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Filippine: catturato raro esemplare di squalo 'sdentato'
Un raro esemplare di squalo bocca grande è stato pescato al largo delle coste filippin. Fino ad oggi era stato osservato solamente 64 volte dal primo avvistamento nel 1976. Il Megachasma pelagios, a dispetto della stazza, è innocuo. Non ha denti affilati; si nutre, infatti, di plancton e piccoli crostacei pelagici grazie al rivestimento argenteo all'interno della bocca che riflette la luce anche a grandi profondità attirando così gamberetti e altri artropodi. A causa di questa caratteristica gli abitanti e i pescatori del luogo lo hanno ribattezzato ‘sdentato’, come il personaggio del film d’animazione di successo 'Dragon Trainer'.
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:18. -
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CATTURATO UNO SQUALO ENORME
Catturato uno squalo enorme nella zona centro-orientale dell'Oceano Atlantico, l'animale era rimasto incastrato nelle reti dei pescherecci.
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:20. -
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SQUALO CONTRO FOCA
Un filmato incredibile è riuscito a fare il fotografo Sergio Ricardo nella costa del Sud Africa nei pressi di Città del Capo.
Una piccola foca era a pochi centimetri dai denti affilati come rasoi di un grande squalo bianco, ma è riuscito a fuggire illesa.
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:21. -
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All'interno della bocca di uno squalo
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:21. -
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Australia, pescato l'Alien degli abissi: è lo squalo Goblin
Una terribile specie di squalo, predatore dei mari già dall'epoca preistorica, è stata catturata da un pescatore lo scorso gennaio al largo della località di Eden e ora consegnato all’Australian Museum di Sydney. Si tratta dello squalo Goblin, soprannominato «l’Alien degli abissi» perchè, nell’attaccare la sua preda, le mascelle retrattili si protendono fino ad assomigliare a una seconda testa. Il "Mitsukurina owstoni" è considerato un fossile vivente, che risale a circa 125 milioni di anni fa. L’animale vive nelle acque profonde degli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano: presenta delle caratteristiche peculiari come un enorme naso piatto, rosa, un corpo flaccido, dei denti a forma di chiodo e una lunghezza che misura circa 3-4 metri.
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:22. -
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Australia, cattura a mani nude uno squalo tigre da record e lo libera
Non capita spesso di catturare uno squalo tigre di 4 metri di lunghezza mentre si sta pescando: c'è riuscito, dopo ben 3 ore di lotta, il 19enne Max Muggeridge sulle spiagge di Pottsville, in Australia. "E' stato veramente difficile riuscire a domarlo, ho la mani piene di vesciche, sono state 3 ore di vera battaglia", ha detto Muggeridge. Il giovane australiano ha deciso di liberare lo squalo piuttosto che ottenere le misurazioni necessarie per dimostrare il record mondiale, poiché l'animale era ormai in fin di vita. "Dal momento che ero solo e lo squalo si era calmato, ho preferito liberarlo e lasciarlo andare via, perché la vita è più importante di un record". Lo squalo tigre, insieme a quello bianco e a quello martello, è uno dei più pericolosi per l'uomo, anche se è molto raro trovarli in questo periodo dell'anno. "Normalmente quando andiamo alla ricerca di squali siamo sempre in cinque e ci aiutiamo a vicenda in caso di pericolo. Ma questa volta ero da solo con la mia ragazza, che oltre ad incoraggiarmi e a scattare foto non poteva fare nient'altro. E' stata un'esperienza difficile ma estremamente emozionante", ha concluso Muggeridge.
Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:22. -
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Groenlandia, scoperti degli squali nati allʼepoca del Re Sole: hanno 400 anni
Vivono nelle acque del Mar Artico e sono gli animali più longevi al mondo
Gli squali della Groenlandia possono vivere fino a 400 anni e sono gli animali più longevi al mondo. Alcuni di loro sono nati nel '600, mentre in Europa infuriava la Guerra dei 30 anni e in Francia regnava il Re Sole, Luigi XIV.
Descritti su Science, sono stati studiati un gruppo di ricerca guidato da Julius Nielsen e formato da studiosi dell'Università di Copenaghen, dell'Istituto di risorse naturali della Groenlandia, dell'Acquario Nazionale della Danimarca e dell'Università norvegese dell'Artico. Gli squali della Groenlandia, il cui nome scientifico è Somniosus microcephalus, sono ampiamente diffusi in tutte le acque del Nord Atlantico e si spingono più a nord di qualsiasi altra specie di squalo. Gli adulti possono raggiungere fino a 5 metri di lunghezza e crescono con un ritmo lentissimo, di circa un centimetro all'anno, tanto da raggiungere la maturità sessuale a 150 anni.
Si sa pochissimo della loro biologia, ma secondo gli autori, è proprio il tasso di crescita molto lento il segreto della loro longevità. Per determinare l'età media di questi pesci, i ricercatori hanno usato la tecnica di datazione al radiocarbonio, analizzando il cristallino degli occhi di 28 femmine catturate durante una campagna condotta tra il 2010 e il 2013. Le più anziane del gruppo avevano 335 e 392 anni e raggiungevano una lunghezza pari a 4,93 metri e 5,02 metri. Le altre erano più giovani e avevano in media 272 anni. Se per l'uomo festeggiare un secolo di vita è un traguardo raro, questi squali a 100 anni sono ancora giovanissimi e vivono il doppio degli altri vertebrati più longevi scoperti finora, le balene artiche (Balaena mysticetus), che vivono in media 200 anni. Alcune tartarughe possono superare i 170 anni, mentre lo storione di lago (Acipenser fulvescens) può sopravvivere fino a 150 anni. Tuttavia esistono degli invertebrati che vivono ancora più a lungo, e sono dei molluschi commestibili: il più anziano esemplare di vongola oceanica (Arctica islandica) mai scoperto aveva 507 anni.
La scoperta della straordinaria longevità di questi squali è stata una sorpresa per i ricercatori. Questi animali, benchè siano documentati nei libri di scienza dalla fine dell'800, restano ancora molto misteriosi e di loro si sa pochissimo. Sapere che questi squali sono i più vecchi vertebrati che vivono sul pianeta, e hanno attraversato più secoli di storia (come gli Highlander), per i ricercatori è un motivo in più per tutelare la specie.
mediaset.it/
Edited by belias94 - 20/8/2019, 18:50. -
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I 10 squali dai nomi più improbabili
Temuti e rispettati, spesso avvolti da una fama sinistra, anche i più temibili predatori marini presentano un lato quasi comico: i loro nomi sono spesso insoliti e strampalati. Dagli squali "tappetino" a quelli dai nomignoli canini, ecco i pescecani dai soprannomi più esilaranti (ma se li incontrate durante un'immersione, c'è poco da ridere).
Un muso minaccioso da cartone animato e un nome al sapore d'estate: lo squalo limone dai denti aguzzi (Negaprion acutidens), lungo fino a 3,8 metri, si aggira lento e cauto per i fondali indo-pacifici. Se disturbato, attacca anche l'uomo con poderosi morsi (la dentatura ben in mostra non lascia molti dubbi).
Lo squalo chitarra, o razza chitarra bocca arquata (Rhina ancylostoma) è, a onor del vero, una razza a tutti gli effetti. Ma le pinne caudali e dorsali la fanno assomigliare a uno squalo, ed è spesso assimilata ai predatori del mare.
In realtà l'animale, che si nutre di piccoli pesci e molluschi sui fondali sabbiosi, non è pericoloso per l'uomo, anzi, ne è minacciato: le sue pinne sono vendute in alcune località asiatiche e il suo habitat - le aree più calde di Oceano Pacifico e Indiano - è deturpato da pesca selvaggia, inquinamento e cambiamenti climatici.
Lo squalo tappeto tassellato (Eucrossorhinus dasypogon), simile a una piatta distesa di alghe, abita i fondali dell'Oceano Pacifico e raggiunge gli 1,8 metri di lunghezza.
Perfettamente camuffato con l'habitat circostante, di giorno agita la coda come esca, mimando il movimento di un piccolo pesce, per attirare le prede nei paraggi e inglobarle quando meno se l'aspettano. Di notte, invece, diviene un cacciatore attivo.
Lungo fino a 3,6 metri, lo smeriglio (Lamna nasus) distribuito nelle acque fredde e temperate del Nord Atlantico e del Nord Pacifico, è anche conosciuto, date le dimensioni, come "squalo vitello".
Ma è il suo nome comune inglese a destare maggiore curiosità: è detto infatti "Porbeagle shark", un incrocio tra "porpoise" (delfino) e beagle (una razza canina) anche se non ha affatto l'aspetto amichevole di nessuno di questi due animali.
E il premio per il nome più strano va al... Gattuccio flaccido (Apristurus exsanguis), una specie di squalo gatto che si trova solamente intorno alla Nuova Zelanda. Il motivo del buffo nome non è del tutto noto e questo pesce è rarissimo da incontrare: quello che vedete, infatti, è un suo "parente", un altro gattuccio della famiglia delle Scyliorhinidae.
Il suo nome comune italiano, palombo stellato (Mustelus asterias) potrà non sembrarvi particolarmente curioso, ma il nome inglese di questo squalo di medie dimensioni (50-100 centimetri), diffuso nel Mediterraneo, è "Starry Smooth-Hound" qualcosa di simile a "bracco liscio stellato". A quanto pare, gli squali vengono spesso paragonati ai migliori amici dell'uomo.
Il suo nome non denota particolari abilità culinarie, ma la pericolosa abitudine di addentare pezzi perfettamente cilindrici delle carni di altri pesci o mammiferi marini: lo squalo stampo da biscotti (Isistius brasiliensis) detto anche squalo sigaro o tagliatore, imprime sul corpo delle sue vittime cicatrici alla "Giotto", utilizzando le labbra a ventosa e denti inferiori a forma di seghetto.
Si nutre quindi di pezzetti di animali più grandi, dai quali asporta un "ricordino" con precisione chirurgica, e inghiotte interi solo animali più piccoli, come i calamari.
Lo squalo dentellato dalla testa a berretto (Sphyrna corona) una piccola specie di squalo martello diffusa nel Pacifico orientale, ha la parte superiore del muso a forma di vanga, arrotondata, liscia e semicircolare. Nessun altro squalo martello può vantare un nome, e un "copricapo", così curioso.
Il muso lungo e affusolato ha fatto guadagnare a questo squalo il soprannome di pescecane becco d'uccello (Deania calcea). Innocuo per l'uomo, nuota nelle acque intorno a Giappone, Australia meridionale, Nuova Zelanda e Africa occidentale.
Non si sa se per l'indole non proprio brillante, l'ultimo protagonista della nostra carrellata è stato soprannominato Centroforo ottuso (Centrophorus harrissoni). "Centroforo" viene dal greco e significa "portatore di spine": in effetti i pesci di questo genere presentano spine su entrambe le pinne dorsali.
Ormai diffuso solamente davanti alla costa orientale dell'Australia e in alcune aree della Nuova Zelanda, questo pesce corre un serio rischio d'estinzione: è infatti ricercato per le sue carni e per l'olio ricavato dal suo fegato, e dagli anni '70 ad oggi la sua popolazione si è ridotta del 99%.
.focus.it. -
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Il mistero degli squali a due teste
La scoperta di esemplari bicefali non è più un evento così raro. Secondo alcuni scienziati potrebbe trattarsi di anomalie genetiche, perché la pesca intensiva ha aumentato l'endogamia tra squali.
Uno squalo a due teste sembra l’infelice prodotto di una pellicola trash, ma non è così: esistono, e secondo gli scienziati continuano a spuntare in giro per il mondo.
Qualche anno fa, al largo della Florida, dei pescatori catturarono una femmina di squalo toro che nell’utero aveva un feto a due teste. Nel 2008 un altro pescatore trovò un embrione di verdesca, sempre a due teste, nell’Oceano Indiano.
Nel 2011 è stata la volta di uno studio che ha descritto due ritrovamenti di gemelli siamesi di verdesca, catturati nel Golfo della California e nel Messico Nord-occidentale. Questa specie detiene il record di embrioni a due teste perché una femmina può aspettare fino a 50 piccoli in una volta sola, spiega Felipe Galván-Magaña del National Polytechnic Institute in Messico, leader dello studio.
Di recente, come riporta una nuova pubblicazione sul Journal of Fish Biology, degli scienziati spagnoli hanno scoperto l’embrione bicefalo di uno squalo della specie Galeus atlanticus. Le sue uova sono più o meno trasparenti, ed è così che i ricercatori si sono accorti dello strano embrione mentre allevavano gli squali in laboratorio, per delle ricerche sulla salute umana.
Non si tratta della “solita” creatura a due teste, perché è il primo esemplare bicefalo appartenente a una specie ovipara, ovvero uno squalo che depone le uova. Gli scienziati hanno aperto l’uovo per studiarlo e secondo Valentín Sans-Coma, leader della ricerca, non sapremo mai se questo animale deformato sarebbe sopravvissuto. Trattandosi dei primi gemelli siamesi di squalo oviparo che troviamo, è probabile che questi piccoli non sopravvivano abbastanza a lungo da permetterci di vederli.
Le cause della mutazione
Gli squali bicefali sono rimasti perlopiù una rarità, finora, il che rende difficile spiegare cosa ne causi la mutazione. Sans-Coma e colleghi pensano che nel caso di G. atlanticus il candidato più plausibile sia un disordine genetico, perché gli embrioni stavano crescendo in laboratorio insieme a circa altri 800. Per quanto ne sanno le uova non sono state esposte ad alcuna infezione, né a sostanze chimiche o radiazioni. Ma riguardo agli squali non in cattività le malformazioni potrebbero essere provocate da diversi fattori, comprese infezioni virali, disordini metabolici, inquinamento oppure un pool genetico impoverito a causa della pesca intensiva, che conduce all’endogamia e di conseguenza ad anormalità genetiche.
Per un altro recente studio, il biologo marino Nicolas Ehemann ha esaminato due esemplari bicefali: una verdesca e uno squalo della specie Mustelus higmani, trovati dai pescatori al largo dell’isola Margarita in Venezuela. Secondo il bollettino di ricerca di Ehemann questi animali, che non sarebbero riusciti a sopravvivere, sono i primi due squali a due teste mai trovati nel mare Caraibico.
Colpa della pesca intensiva?
Ehemann, che è uno studente al National Polytechnic Institute in Messico, ritiene che se i feti bicefali sono più diffusi in natura allora la pesca intensiva è un valido indiziato, perché può far crollare la variabilità del pool genetico.
Secondo Galván-Magaña, tra gli autori dello studio del 2011, gli squali bicefali non sono diventati più comuni ma semplicemente ci sono più riviste scientifiche a pubblicarne il ritrovamento. Nella sua carriera ha visto anche altri squali bizzarri, compreso un esemplare “ciclope” catturato al largo del Messico nel 2011, dotato di un unico occhio frontale e funzionante al centro della testa. Questa peculiarità nel feto di uno squalo bruno era il segno di una condizione congenita nota come ciclopia, già riscontrata in varie specie compresa la nostra.
Come spiega Ehemann, tuttavia, le deformità negli squali sono estremamente difficili da indagare per via della rarità dei campioni. “Vorrei studiare questi animali, ma non è che basti lanciare una rete per pescare qualche squalo bicefalo”, conferma. “Si trovano per puro caso”.
nationalgeographic.it/. -
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Il pescecane vipera
Il pescecane vipera (Trigonognathus kabeyai Mochizuki e Ohe, 1990), unica specie del genere Trigonognathus, è un pescecane diffuso al largo di Wakayama e Tokushima (Giappone), nell'Oceano Pacifico nord-occidentale, a profondità comprese tra i 330 e i 360 m. La sua lunghezza massima è di 47 cm.. -
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Squalo che cammina, ecco il video del rarissimo esemplare
Ci sono degli squali molto buffi che usano le pinne come se fossero dei piedi: in Australia ne sono state scoperte quattro nuove specie. L'immaginario cinematografico ci ha regalato squali giganteschi che affiorano a pelo d'acqua con la loro pinna minacciosa. In realtà, quest'ordine di predatori include un'ampia gamma di specie, tra cui alcune semi-vegetariane, e altre che 'camminano' un po' goffe sul fondale marino. Vedere per credere il filmato qui sotto:
Il video, che risale a qualche anno fa, documenta un raro esemplare di 'walking shark', che trotterella amabilmente utilizzando le proprie pinne come se fossero dei piedi. Ora un team di ricercatori australiani ha individuato quattro nuove specie nelle acque tropicali tra l'Australia e la Nuova Guinea, unico luogo del mondo insieme all'Indonesia dove questi animali sembrano essere di casa.
La scoperta, a cura della University of Queensland, è il culmine di uno sforzo durato 12 anni, finalizzato a raggiungere una maggiore comprensione di tali creature. "In media gli squali che camminano misurano meno di un metro di lunghezza e non rappresentano una minaccia per le persone", ha spiegato la biologa Christine Dudgeon. "Tuttavia la loro capacità di resistere in ambienti a basso contenuto di ossigeno e di camminare sulle pinne offre un vantaggio notevole per catturare piccoli crostacei e molluschi."
Le specie descritte sulla rivista Marine and Freshwater Research appartengono al genere Hemiscyllium, tecnicamente conosciuti anche come squali bambù. I nuovi arrivati si sono aggiunti a una lista che comprendeva cinque altri 'walking shark' solo dopo attenta analisi genetica, che ha avvalorato le osservazioni a occhio nudo. Secondo gli scienziati non è da escludere che esistano ulteriori specie simili, ma occorrerà del tempo per poterle trovare.
.quotidiano.net/. -
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Il video da urlo di uno squalo che attacca un surfista, che lo prende a pugni
Ci vuole coraggio per dare un pugno a uno squalo, ma è così che ci si salva la vita. Spiaggia di Jeffreys Bay, Sud Africa. Mick Fanning è un surfista professionista, un uomo muscoloso, ben piazzato. Si trova in acqua, sulla sua tavola da surf, e sta facendo quello che farebbe ogni suo collega in questo momento: aspettare un'onda da addomesticare, cavalcare e poi, alla fine, lasciare alle proprie spalle. Con la giuria a dare i voti, il pubblico ad applaudire e i suoi avversari a guardarlo mentre scivola veloce sull'acqua. In riva ci sono i soccorsi, è normale in competizioni di questo tipo: c'è l'ambulanza e le moto d'acqua che servono a raggiungere chi si trovasse in difficoltà. E Mick, di colpo, si trova precisamente in questa situazione. In difficoltà.
Mentre aspetta l'onda Mick è seduto sulla sua tavola e a un certo punto, senza preavviso, qualcosa lo attacca da dietro: è uno squalo. Lui si volta e vede la pinna, enorme, a solo qualche decina di centimetri dal proprio corpo. Inizia l'attacco dello squalo e la paura ovviamente prende il sopravvento. I due iniziano letteralmente a lottare, una specie di wrestling uomo VS squalo.
Mick non sta affrontando un incontro semplice: il territorio in cui si svolge è l'acqua dell'oceano, la casa del suo avversario. Eppure, come se fosse un film d'azione con protagonista chissà quale maschio alfa (ma altro che film, è la realtà), Mick riesce a dare dei pugni allo squalo. Uno, un pugno in particolare, va a segno sul dorso dell'animale, che a questo punto non riesce a mordere.
Negli stessi momenti in cui avviene la lotta tra Mick e lo squalo a riva è il pandemonio: i commentatori della competizione di surf esclamano "Holy shit!" per poi scusarsi, i soccorritori si avviano per aiutare il surfista, per toglierlo da quella situazione che potrebbe ucciderlo in pochi istanti, ma sono lenti. Troppo lenti per arrivare in tempo e strappare Mick allo squalo. Il surfista si aggrappa alla tavola, ma viene sbalzato via dall'animale e la lotta continua...
Mick si dimena e, alla fine, ha la meglio. Ne esce illeso. Si tratta di una specie di miracolo, in pochi sfuggono ad attacchi simili. Lui ce la fa. Intanto arriva la moto d'acqua coi suoi amici disperati, tesi e impauriti quanto lui. Racconteranno poi di aver pianto per ore perché la sensazione di non riuscire a raggiungere in tempo un amico che sta per morire è terribile.
Mick, da parte sua, dirà di non voler mai più fare surf in vita sua. Mai più. E c'è da capire il motivo, la sorte non la si sfida due volte. La prima è andata bene, certo, ma la prossima volta chissà. Poi lo spavento tende a scemare, e piange anche lui sulle spalle dei ragazzi della sua squadra.
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Il video mai visto prima dello squalo bianco che attacca, istante per istante
Un ricercatore, ed esperto di pesca in alto mare, ha fatto un video durante una prova decisamente bizzarra: mettere una grande esca in acqua subito fuori dal Old Bahama Bay Resort. Nelle acqua basse e trasparenti non dovrebbe esserci nulla se non qualche pesciolino, giusto? E invece no.
Un enorme squalo ha "abboccato", nel senso che ha attaccato l'esca e con la sorpresa di tutti, nonostante la vicinanza alla costa, si trattava di uno squalo enorme. Dimensioni che di solito si trovano soltanto in alto mare, e non a pochi metri dalla riva.
Ma la grande notizia è un'altra. Grazie a questo video dell'attacco di un grande squalo, oggi, abbiamo finalmente un'idea di come funziona l'attacco di uno squalo di questo tipo.
I video degli attacchi degli squali infatti sono pochi, e sono ripresi da lontano. Di conseguenza non conosciamo davvero i dettagli di come avviene l'attacco di un grande squalo. Per saperlo servono numeri da statistiche, quindi svariati video che mostrino come cacciano questi giganteschi predatori. Insomma, il video in questione non soltanto è spettacolare, ma persino utile alla scienza e alla nostra comprensione di questi stupendi animali.
Ecco a voi il video dell'attacco dello squalo:
msn.