LA SILA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Cesco
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    LA SILA



    E2Pdycm


    La Sila (nel dialetto locale,sZila) è un altopiano situato nella zona settentrionale della regione Calabria. Esso si estende per 150.000 ettari attraverso le province di Catanzaro, Crotone e Cosenza e si divide (da nord a sud) in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola; i rilievi più alti sono il monte Botte Donato (mt.1928), in Sila Grande, ed il Monte Gariglione (mt.1765) in Sila Piccola. È il più vecchio parco nazionale della Calabria, tra i primi 5 nati in Italia: con D.P.R. 14.11.2002 sono stati istituiti il Parco Nazionale della Sila ed il relativo Ente, che ricomprende i territori già ricadenti nello "storico" Parco Nazionale della Calabria (1968) e tutela aree di rilevante interesse ambientale per complessivi 73.695 ettari.


    Cenni storici

    Le prime testimonianze umane in Sila risalgono all'homo erectus (circa 700.000 anni da oggi) e sono state individuate sulle sponde del lago Arvo. Altre testimonianze, sulle rive del lago Arvo e del lago Cecita, risalgono all'uomo di Neandertal. Tra la fine del neolitico e l'inizio dell'età del rame (3800-3300 a.C.), tutta la Sila venne occupata da insediamenti di agricoltori e pescatori che sfruttavano le antiche conche lacustri (Arvo e Cecita) per un caratteristico metodo di pesca con la rete. Ulteriori testimonianze risalgono all'antica età del bronzo (Ampollino e Cecita).

    I Bruzi, antico popolo di pastori e artigiani, ma anche di fieri combattenti, non furono quindi i primi frequentatori dell'altopiano silano. Sicuramente essi vennero a contatto con i Greci che avevano colonizzato le zone costiere con la fondazione di Sibari, di Crotone, di Petelia, di Krimisa e con loro probabilmente stabilirono rapporti di "buon vicinato". Il più importante insediamento di età greca, in Sila, è costituito dal santuario scoperto - a breve distanza da Camigliatello Silano - nel lago Cecita (VI-III secolo a.C.) ad opera della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria (scavi diretti dall'archeologo Domenico Marino in collaborazione con il ricercatore Armando Taliano Grasso).

    Dopo la distruzione di Sibari avvenuta nel 510 a.C. ad opera dei Crotoniati, essi continuarono ad abitare prevalentemente nelle zone interne. Solo molto più tardi, dopo le guerre puniche, Roma iniziò ad interessarsi a tutta la Calabria ed anche a questo territorio montano traendone soprattutto legname pregiato utilizzato nella costruzione di navi e per l'estrazione della pece (pix bruttia). Scavi ad opera della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria (diretti dall'archeologo Domenico Marino), in collaborazione con l'Università della Calabria, insegnamento di Topografia Antica (ricercatore archeologo Armando Taliano Grasso), hanno messo in luce un importante insediamento dedicato all'estrazione e lavorazione della pece, attivo tra il III secolo a.C. ed il III secolo d.C.

    Con la caduta dell'Impero Romano ebbero luogo le invasioni barbariche.

    Nel VI secolo i Bizantini ristabilirono l'ordine, la pratica dell'allevamento e dell'agricoltura.

    Nel VIII secolo i Longobardi sottrassero molti terreni a Costantinopoli. Le successive invasioni arabe lungo le coste calabre costituirono la decadenza definitiva dei Bizantini.

    Dal 1045 al 1060 si sostituirono i Normanni che contribuirono a diverse fondazioni monastiche che diedero vita (nel XII secolo) alla costruzione delle abbazie cistercensi. Alcuni esempi sono Santa Maria della Matina a San Marco Argentano, l'Abbazia di Santa Maria di Acquaformosa, l'Abbazia di Santa Maria della Sambucina a Luzzi, l'Abbazia di Santa Maria di Corazzo a Castagna e l'Abbazia Florense a San Giovanni in Fiore. I monasteri furono luoghi di studio, centri di cultura e di stimolo per la rinascita agricola.

    Le genti delle coste migrarono verso le Pendici dell'Altopiano Silano, dove fondarono i cosiddetti Casali. In quell'epoca venne realizzato un grandioso monastero ad opera di Gioacchino da Fiore intorno al quale si sviluppò il primo centro abitativo dell'altopiano: San Giovanni in Fiore.

    Tra il 1448 e il 1535 molti esuli dall'Albania si insediarono nelle terre del versante ionico della Sila creando alcune comunità dette Sila Greca. Oggi i comuni di lingua albanese sono circa trenta. I loro usi, costumi e tradizioni sono rimasti inalterati nel tempo.

    Il territorio successivamente appartenne alle diverse dinastie regnanti; da ultimi i Borbone prima che tutto il Sud e le Isole vennero annesse al Regno d'Italia dopo la spedizione dei Mille ad opera di Garibaldi. Solo nei decenni scorsi venne realizzata la Paola Cosenza Crotone, per iniziativa di Giacomo Mancini nel 1974, oggi SS 107 che attraversa tutto l'Altipiano dal Tirreno allo Jonio.

    Per rompere l'isolamento dei paesi montani, in inverno drammatico a causa della neve, vennero realizzate, con opere di ingegneria a volte spettacolari come viadotti e tracciati di montagna, alcune ferrovie: la Cosenza-Camigliatello-San Giovanni in Fiore delle Ferrovie Calabro Lucane (a scartamento ridotto) e la Paola-Cosenza a cremagliera, delle Ferrovie dello Stato. Molti villaggi agricoli finirono per diventare insediamenti a carattere turistico.


    Scenari della Sila



    Panorama_dal_Monte_Curcio_verso_il_Cozzo_del_Principe._Sila_Grande

    La Sila Grande



    La_Val_di_Tacina._Sila_Piccola

    Val di Tacina. Sila Piccola



    L%27alta_valle_del_Neto_in_veste_autunnale._Sila_Grande

    Alta Valle del Neto. Sila Grande



    399px-Selva_di_faggi_sul_M.Gariglione._Sila_Piccola

    Una foresta di faggi del Monte Gariglione. Sila Piccola



    800px-Timpone_Carcara_da_Macchia_Fraga._Sila_Grande

    Timpone Carcara da Macchia Fraga. Sila Grande



    800px-Sila_Grande

    Sila Grande



    800px-Macchia_Fraga_verso_est._Sila_Grande._Calabria

    Macchia Fraga verso est. Sila Grande



    800px-Macchia_Fraga_verso_nord_-_est._Sila_Grande

    Macchia Fraga verso nord - est



    800px-Vista_da_Macchia_Fraga_verso_Serra_la_Guardia._Sila_Grande

    Vista da Macchia Fraga verso Serra la Guardia. Sila Grande



    800px-Faggeta._Sila_Grande

    Faggeta. Sila Grande



    800px-Paesaggio_nordico_della_Sila_Grande._Calabria

    Paesaggio nordico della Sila Grande. Calabria



    800px-Panorama_da_Monte_Curcio_verso_i_Monti_Reventino_e_Mancuso._Sila_Grande

    Panorama da Monte Curcio verso i Monti Reventino e Mancuso. Sila Grande



    800px-Le_fredde_faggete_di_Monte_Curcio_a_fine_inverno._Sullo_sfondo_la_Catena_Costiera._Sila_Grande

    Le fredde faggete di Monte Curcio a fine inverno. Sullo sfondo la Catena Costiera.



    800px-Le_immense_foreste_della_Sila_Grande._Sullo_sfondo_le_cime_innevate_del_Pollino._Calabria

    Le immense foreste della Sila Grande. Sullo sfondo le cime innevate del Pollino. Calabria



    472px-Cosenza_sila

    Lago di Cecita, nella Sila





    http://it.wikipedia.org/wiki/Sila


    continua...

    Edited by belias94 - 11/5/2016, 11:05
     
    Top
    .
  2. Cesco
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Monte Gariglione


    image

    Foresta del Gariglione



    Il Gariglione è un rilievo alto 1765 m s.l.m.. È il più alto monte della Sila Piccola.


    Etimologia

    Si ritiene che il toponimo "Gariglione" derivi dall'accrescitivo di "cariglio" o "gariglio", termine dialettale con cui si indica il cerro.


    Confini

    Il Gariglione è posto sul lato orientale dell'altopiano silano, tra il fiume Tacina a nord e il torrente Soleo, affluente del Tacina, a sud. Il Tacina, che nasce dal Timpone Morello, separa il monte Gariglione dal monte Scorciavuoi (1745 m s.l.m.). Il Soleo, che nasce nei piani di Tirivolo, lo separa dal monte Femminamorta (1723 m s.l.m.) formando una stretta gola che, per il suo aspetto cupo e selvaggio, è detta "Manca del Diavolo".


    Ambiente naturale

    Il Gariglione ed è coperto di una selva con alberi di alto fusto in cui predominano faggi e pini larici. Lo scrittore inglese Norman Douglas, nel diario del suo viaggio in Calabria nel primo decennio del XX secolo, rimase colpito dalla selvaggia bellezza della foresta del Gariglione:

    « I might have skirted the forest of Gariglione. This tract lies at about four and a half hours' distance from San Giovanni; I found it, some years ago, to be a region of real "Urwald" or primary jungle; there was nothing like it, to my knowledge, on this side of the Alps, nor yet in the Alps themselves; nothing of the kind nearer than Russia. But the Russian jungles, apart from their monotony of timber, foster feelings of sadness and gloom, whereas these southern ones, as Hehn has well observed, are full of a luminous beauty-their darkest recesses being enlivened by a sense of benignant mystery. »
    (Norman Douglas, Old Calabria, cap. XXVIII)

    Per l'alto grado di naturalità il Gariglione è stato inserito nei siti del progetto Bioitaly, aree protette di interesse comunitario con codice SIC IT9330114. Il Gariglione, inserito nel Parco Nazionale della Sila, rappresentava il confine meridionale dello storico Parco Nazionale della Calabria.

    L'interesse per la foresta del Gariglione aumentata di recente anche da parte del mondo scientifico in quanto pare che la varietà locale di Abies alba abbia proprietà che inducono maggiore resistenza alle piogge acide.

    Dal monte prende il nome la Riserva naturale Gariglione - Pisarello.



    Fiume Crati


    image



    Il Crati (dal greco Kratos, che indicava la personificazione della potenza) è il fiume principale della Calabria: è infatti il più importante della regione per volume d'acque alla foce (oltre che il terzo del sud-Italia dopo Volturno, Sele) con una media annua di circa 36 m3/s, per lunghezza del suo corso (91 km) e superficie di bacino idrografico (2.440 km²). ,


    image

    Il fiume Crati a Cosenza



    Il Corso del fiume

    Il Crati ha origine attorno ai 1.650 m di altezza dalle pendici occidentali della Sila, nel comune di Aprigliano ("Largu 'e vucca e ritt'e manu") con il nome di Craticello. Scende assai ripido con andamento verso nord bagnando subito la città di Cosenza, dove raddoppia di dimensioni grazie alla confluenza da sinistra del fiume Busento e dove divide il centro storico antico dalla parte moderna.

    Da qui attraversa con ampio letto ciottoloso la stretta pianura cui dà nome, localmente chiamata Vallo del Crati dove si arricchisce dell'apporto di svariati affluenti: da destra i fiumi Arente, Mucone (suo principale tributario di destra) e di Duglia, da sinistra i torrenti Finita, Turbolo, Cucchiato, Campagnano, Mavigliano e Settimo.

    Con una portata di oltre 20 mc/sec e dimensioni ora ragguardevoli inizia a scorrere poi nel suggestivo tratto incassato di Tarsia dove una diga forma il lago artificiale omonimo, entrando poi alcuni Km a valle dello sbarramento nell'alluvionale Piana di Sibari, dove nell'antichità sorgeva la fiorente città greca di Sibari.

    In questo tratto rallenta notevolmente la sua corsa ricevendo l'ultimo affluente, il fiume Coscile o Sibari, suo principale tributario di sinistra che ne raddoppia quasi la portata, avviandosi poi con andamento pigro a sfociare nel golfo di Taranto presso la marina di Corigliano Calabro(Schiavonea)


    Caratteri idrologici

    Il Crati, è il principale fiume della regione per ricchezza d'acque, sia come media annua (circa 36 m3/s), minima (c. 10 m3/s) o massima (anche oltre 3.000 m3/s per le massime piene). Il fiume presenta un regime spiccatamente torrentizio alternando a forti e talvolta disastrose piene invernali (l'ultima recentissima è del dicembre 2008), marcate magre estive.



    Fiume Tacina


    image



    Il Tacina è un fiume della Calabria che nasce sul lato orientale dell'altopiano silano (Sila Piccola) e si getta nel Golfo di Squillace dopo un corso di 58 km che interessa un bacino idrografico di 426 km2.


    Corso

    Il Tacina, come d'altronde i suoi affluenti, nasce nel Parco Nazionale della Sila. Suoi principali affluenti, a destra, sono i torrenti Soleo e Sant'Antonio. Il Soleo (lungo 23 km), nasce nei piani di Tirivolo a 1600 m. s.l.m., a breve distanza dall'origine del Tacina (Timpone Morello, 1665 m s.l.m.) da cui è separato dal monte Gariglione (1765 m s.l.m.). Il primo tratto del Soleo, fra i monti Gariglione e Femminamorta forma una stretta gola detta, per il suo aspetto selvaggio, "Manca del Diavolo". La confluenza fra il Tacina e il Soleo si verifica in località Zaccarella di Roccabernarda.

    Per l'alto grado di naturalità il Tacina e il Soleo sono stati inseriti nei siti del progetto Bioitaly, aree protette di interesse comunitario con codice SIC IT9320129 per il Tacina, e SIC IT9330125 per il Soleo. Occorre dire tuttavia che le acque del Tacina sono sfruttate notevolmente per uso irriguo e per la produzione di energia idroelettrica.

    Il Tacina sfocia nel mar Ionio in località Steccato di Cutro, in prossimità di Botricello, a circa 44 km da Catanzaro. Nell'ultimo tratto segna il confine fra le province di Catanzaro e Crotone. La foce è visibile dalla Strada Statale 106 Jonica.




    Fiume Neto


    image

    Fiume Neto nei pressi di Santa Severina



    Il fiume Neto è un fiume della Calabria, il secondo per lunghezza e portata di tutta la regione.


    Caratteristiche

    Il Neto (o "Niatu" in forma dialettale) è il secondo fiume più importante della Calabria dopo il Crati per lunghezza (80 km), superficie di bacino (1.073 km²) e portata media annua (oltre 15 m³/s alla foce).

    Il nome significa "navi bruciate", in quanto si racconta che alcuni Achei di ritorno dalla spedizione Iliaca, vagando nei pressi del delta del fiume, approdarono e cominciarono ad esplorare i luoghi, lasciando incustodite le proprie navi che vennero incendiate dalle troiane restate sulle navi e stanche del lungo e faticoso viaggio. A molti altri Achei giunti sul luogo per fondare nuove città, le troiane imposero la desinenza del nome Neto.


    Descrizione

    Nasce sulla Sila alle falde nord-orientali del Timpone Sorbella (1850 mt s.l.m.), in provincia di Cosenza, nelle immediate vicinanze di Botte Donato, la principale vetta dell'acrocoro silano, scorrendo profondamente incassato e ricevendo svariati affluenti che ne incrementano progressivamente la portata: da destra i fiumi Arvo e Ampollino, da sinistra il fiume Lese e nei pressi della foce, la fiumara Vitravo.

    È il principale fiume di San Giovanni in Fiore, passandovici costeggiando il centro storico, e di Rocca di Neto, passando anche per la frazione Corazzo di Scandale limitrofa a Rocca di Neto. Presso il paese di Cotronei il fiume entra in Provincia di Crotone allargando notevolmente il proprio letto in un ampio conoide alluvionale e costeggiando per alcuni Km un tratto della statale 107 per Crotone. Superato il centro di Rocca di Neto il fiume rallenta la sua corsa, scorrendo con andamento meandriforme per poi per sfociare nel Mar Ionio all'altezza del centro di Fasana.


    image

    Fiume Neto nei pressi di Belvedere Spinello



    Idrologia

    Il Neto è il secondo fiume della Calabria per portata dopo il Crati con oltre 15 m³/s di media annua pur risentendo di regime tipicamente torrentizio con piene notevoli e talvolta imponenti nella stagione invernale (anche di 2.800 m³/s) e magre pesantissime in estate con valori che tuttavia difficilmente scendono sotto i 4 m³/s. Le sue acque sono sfruttate intensivamente per l'irrigazione e la produzione di energia elettrica.


    Affluenti

    Il Neto riceve molti affluenti, la maggior parte dei tali sono semplici fiumare a carattere torrentizio.

    Le fiumare principali sono:

    * Acqua di Pietra
    * Aria di Milo
    * Caprisia
    * Cardoneto
    * Cavaliere
    * Coppo
    * Framosetta
    * Frappa
    * Le Gorne
    * Mellaro
    * Mezza Latina
    * Palombelli
    * Rovalicchio
    * Scarda
    * "Valle di Righio"

    I fiumi principali che affluiscono nel Neto sono:

    * Ampollino
    * Arvo
    * Cufalo
    * Garga
    * Lenzano
    * Lepre
    * Lese
    * Senapido
    * Vitravo




    Lago Arvo


    image



    Il lago Arvo è un lago artificiale situato in provincia di Cosenza, fra i monti Melillo e Cardoneto, vicino al comune di San Giovanni in Fiore.

    Con una capacità di circa 70 milioni di metri cubi di acqua e una lunghezza di 8,7 km, questo lago è il secondo in grandezza dopo il Lago Cecita. Il lago è collegato con il Lago Ampollino tramite una condotta in galleria.

    La riva nord è frastagliata, mentre quella sud più rettilinea. Il fondale è coperto principalmente di sabbia e ciottoli.


    Origine

    Questo lago fu creato tra il 1927 e il 1931 sbarrando il fiume Arvo e i ruscelli Bufalo e Fiego allo scopo di creare un bacino idroelettrico.


    Caratteristiche

    Il lago Arvo venne realizzato in un'area paludosa, attraverso lo sbarramento tramite diga in terra compatta (unica in Calabria). Attualmente il lago ha una capacità che varia tra i 70 e gli 80 milioni di metri cubi, mentre la lunghezza diametrale è di circa 8,7 km per unperimetro totale di 24 km. Grazie a queste caratteristiche e a questa conformazione, il lago si presta bene a gare di canottaggio, tant'è che è prevista a breve, il completamento del Centro olimpico di cannottaggio.


    Diga

    La diga del lago Arvo, è unica nel suo genere in Calabria, in quanto realizzata non in cemento armato e calcestruzzo, bensì in argilla e terra compatta. Lunga 280 m (record di quel tempo), ed alta 22 m, all'epoca della sua realizzazione era la più lunga e grande diga costruita in Italia.

    Il progetto della diga, completamente rivoluzionario per quell'epoca, poté essere attuato grazie alle caratteristiche del bacino idrico, meno ripidi rispetto agli altri bacini silani, sottoponendo a minor pressione la diga stessa. A fine lavori, terminati nel 1932, la diga e tutto il suo complesso, vennero inaugurati da re Umberto II e Maria di Savoia.


    Flora e fauna

    Nelle sue acque vivono trote, persici reali, anguille, cavedani, tinche, carpe e ciprinidi minori come scardole, triotti, alborelle e carassi.

    Scarsa vegetazione di sponda, attorno sono presenti boschetti di larici.


    Cenni storici

    Le prime testimonianze umane in Sila risalgono all'homo erectus (circa 700.000 anni da oggi) e sono state individuate sulle sponde del lago Arvo. Altre testimonianze, sulle rive del lago Arvo, risalgono all'uomo di Neandertal. Tra la fine del neolitico e l'inizio dell'età del rame (3800-3300 a.C.), tutta la Sila venne occupata da insediamenti di agricoltori e pescatori che sfruttavano le antiche conche lacustri (Arvo e Cecita) con un particolare metodo di pesca con la rete (ricerche della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria dirette dall'archeologo Domenico Marino).


    image

    Lago Arvo al tramonto



    image

    Lago Arvo visto dalla sede del Parco nazionale della Sila



    image

    Lago Arvo visto dalla strada delle vette





    Lago Ampollino


    image



    Il lago Ampollino è un lago artificiale situato in Sila. L'inizio delle costruzioni dello sbarramento iniziarono nel 1916 e terminarono nel 1927. Alla sua inaugurazione prese parte il Re Vittorio Emanuele III. Questo lago ha una caratteristica particolare, infatti bagna tre diverse provincie, quella di Cosenza, quella di Crotone e quella di Catanzaro. Fu il primo invaso artificiale ad essere realizzato in Sila.


    Origine

    Fu realizzato dalla Società Meridionale Elettrica sbarrando il corso del fiume Ampollino allo scopo di creare un bacino idroelettrico. È collegato, tramite una condotta forzata, al lago Arvo dalla quale riceve ulteriori acque. Le sue acque giungono ad alimentare la centrale di Orichella, posta a 800 m, facendo un salto di 480 m Le sue acque vengono successivamente raccolte in un bacino di compenso, dalla quale poi si dirigono alla seconda centrale elettrica, quella di Timpa grande, posta a 541 m. Successivamente le acque vengono nuovamente raccolte ed indirizzate alla terza centrale, quella di Calosia in territorio di Cotronei. Dopo la centrale di Calosia le acque affluiscono nel fiume Neto e vengono utilizzate per scopi irrigui irrorando la pianura dell'alto Marchesato crotonese.


    Caratteristiche

    A monte il lago Arvo e il lago del Savuto l'alimentano nei periodi di siccità. Il lago è collegato con il Lago Arvo tramite una condotta in galleria.


    Diga

    Lo sbarramento è effettuato a valle da una diga curva muraria a gravità ordinaria, lunga 129 mt e alta 29,50 m (secondo i dati ufficiali), anche se alcuni dati riportano l'altezza della diga a 26 m e per costruirla nei suoi pressi è stato creato il villaggio Trepidò.


    image

    Sponda



    Flora e fauna

    Essendo in comunicazione con il lago Arvo, le specie ittiche sono pressoché le stesse: trote, persici reali, cavedani, tinche, carpe e ciprinidi minori.


    Cenni storici

    Ricerche dirette dall'archeologo Domenico Marino della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria hanno individuato un importante insediamento dell'antica età del bronzo (2000-1800 a.C.) sulle rive del Lago Ampollino. In località Fiume Tassito sono visibili i resti di un ponte a doppia arcata di età romana imperiale, testimonianza dell'antica viabilità che attraversava la Sila in età antica.


    Il mostro

    Nel 2005 l'Ampollino salì all'attenzione internazionale per il presunto avvistamento di un rettile acquatico simile ad un plesiosauro o al Mostro di Loch Ness. Il presunto avvistamento però non fu mai né smentito né confermato.




    Lago Cecita


    image



    Il lago di Cecita è un lago artificiale sito nella provincia di Cosenza.


    Origine

    È stato creato nel 1951 con una diga alta 55 metri.


    Caratteristiche

    Il lago si trova in Sila Grande tra Camigliatello Silano e Longobucco, a 1.143 metri sul livello del mare, ha una capicità di 121 milioni di metri cubi d'acqua. Nei pressi del lago, in località Cupone, si trova uno dei due centri vistitatori del Parco Nazionale della Sila. È noto per gli importanti siti archeologici che saranno illustrati nel Museo archeologico della Sila a Camigliatello Silano.


    Diga

    Il lago è stato formato grazie allo sbarramento del fiume Mucone, attraverso una diga ad arco-gravità, lunga 166 metri e alta 55 m.


    Attività collegate

    È uno dei più grandi bacini artificiali della Sila, viene utilizzato per la produzione di energia elettrica e anche per agevolare l'irrigazione dei numerosi campi adibiti alla coltivazione di un ortaggio tipico del posto cioè la patata.


    Cenni storici

    Antichissime testimonianze, sulle rive del lago Cecita, risalgono all'uomo di Neandertal. Tra la fine del neolitico e l'inizio dell'età del rame (3800-3300 a.C.), tutta la Sila venne occupata da insediamenti di agricoltori e pescatori che sfruttavano le antiche conche lacustri (Arvo e Cecita) per un caratteristico metodo di pesca con la rete. Ulteriori testimonianze risalgono all'antica età del bronzo (Ampollino e Cecita). Il più importante insediamento di età greca, in Sila, è costituito dal santuario scoperto - a breve distanza da Camigliatello Silano - nel lago Cecita (VI-III secolo a.C.) ad opera della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria (scavi diretti dall'archeologo Domenico Marino in collaborazione con il ricercatore Armando Taliano Grasso, docente di Topografia Antica dell'Università della Calabria). Scavi ad opera della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria (diretti dall'archeologo Domenico Marino), in collaborazione con l'Università della Calabria, insegnamento di Topografia Antica (ricercatore archeologo Armando Taliano Grasso), hanno messo in luce un importante insediamento di età romana dedicato all'estrazione e lavorazione della pece, attivo tra il III secolo a.C. ed il III secolo d.C.



    continua...

    www.wikipedia.it
     
    Top
    .
  3. Cesco
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Camigliatello Silano


    image

    Camigliatello Silano è una località montana del comune di Spezzano della Sila (CS).

    Camigliatello Silano è situato a 1.300 metri di altitudine. Dispone di impianti di risalita e piste da sci, ed è una delle località silane a maggiore vocazione turistica, durante tutte le stagioni e soprattutto d'inverno.

    A Camigliatello si trova la chiesa di Santi Roberto e Biagio.

    Il principale nucleo urbano del villaggio, si trova all'interno del Parco Nazionale della Sila, dove tutto l'anno si possono ammirare gli animali presenti e fare passeggiate nei percorsi dei boschi silani, mentre numerose altre piccole frazioni sviluppatesi lungo la strada che dal villaggio porta al Lago Cecita, facenti tutte parte del complesso turistico di Camigliatello, sono al di fuori dei confini del Parco.

    Il lupo della Sila resta l'icona di questa località e della squadra di calcio del Cosenza Calcio 1914.


    Il bosco

    Il bosco che circonda Camigliatello è molto vario e soprattutto molto bello: tra i 1100 e i 1300 metri i pini larici hanno la dominanza. Pianta questa che va ad unirsi, intorno ai 1350 metri, al faggio. A 1500 metri la faggeta è quasi pura, accompagnata solo dalla presenza di qualche abete bianco e da pini larici.


    image

    Il bosco di Camigliatello



    Clima

    Il clima di questa zona è tipicamente montano, quasi alpino: gli inverni sono lunghi e rigidi, sufficientemente nevosi dai 1000 ai 1300 metri e più persistenti (manto nevoso presente da dicembre ad aprile) al di sopra dei 1400 metri. In alcuni anni in tali zone è possibile superare i 2 metri di neve al suolo. Le temperature sono rigide: la media di gennaio è di circa 0 °C, con punte minime fino ad oltre -15 °C durante ondate di gelo eccezionali. L'estate è fresca con soliti temporali di breve durata durante le ore pomeridiane.

    image

    Tipico paesaggio della Sila



    Escursionismo

    Camigliatello è un paradiso per l'escursionismo. Tanti sono i sentieri che si inerpicano tra i rilievi boscosi che circondano il paese. Alcuni di questi sono segnati dal CAI. Tra i percorsi più belli vanno segnalati: "Croce di Magara - Macchiasacra - Impianti Tasso" e "Impianti Tasso - Monte Scuro - Rifugio CAI Fondente". Sentieri che in inverno si trasformano in un paradiso per quanto riguarda lo sci di fondo e le ciaspole.


    Manifestazioni
    Trenino storico della Sila

    Nelle stagioni estive e invernali, le Ferrovie della Calabria organizzano un viaggio in treno da Camigliatello Silano a San Nicola Silvana Mansio, sulla linea Cosenza - San Giovanni in Fiore. Questa linea a scartamento ridotto, attualmente limitata a Spezzano della Sila per quanto riguarda il servizio regolare, ha trovato in questo breve tratto un grande e importante impiego turistico. Infatti il viaggio su carrozze storiche, datate 1932, con al traino locomotive a vapore FCL del gruppo 350, 400 e 500, o, in caso di manutenzione delle stesse, locomotore diesel, è da sempre una grande attrattiva per i turisti e per gli appassionati di ferrovie, affascinati dai paesaggi che questa ferrovia attraversa.


    image

    Stazione di Camigliatello Silano con treno storico in sosta



    Sagra del fungo

    In autunno si svolge la popolare sagra del fungo, uno dei più prelibati alimenti della tradizione silana. La manifestazione dura tre giorni, durante la quale si possono assaggiare varie specialità a base di funghi, e prodotti tipici della Calabria, allietati da spettacoli folkloristici.
    Sagra della patata [modifica]

    Dal 1978, nel mese di ottobre si tiene la "Sagra della patata della Sila", con annessa una fiera dell'artigianato locale.


    Sport

    Nel 1982 Camigliatello Silano è stata sede di arrivo dell'undicesima tappa del Giro d'Italia.

    Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Camigliatello Silano
    AnnoTappaPartenzakmVincitore di tappaMaglia rosa
    198211ªPalmi229Bandiera della Francia Bernard BecaasBandiera dell'Italia Francesco Moser


    Gli sport praticabili in inverno sono lo sci ed altri tipi di sport invernali. In estate le enormi distese alberate si adattano ad ogni tipo di sport all'aria aperta, dalle passeggiate all'equitazione fino agli sport alpinistici, senza dimenticare la mountain bike, per la quale i sentieri silani sono perfetti.


    La cabinovia di Monte Curcio

    Inaugurata nell'inverno fra il 2001 e il 2002, la cabinovia di Monte Curcio, è l'impianto di risalita più moderno del centro-sud Italia. Costato circa 7 milioni di euro, realizzato dall' A.R.S.S.A., ha una capacità di trasporto di 2000 persone all'ora. La programmazione dell'impianto non è stata felice. Durata 7 anni, nella quale i vecchi impianti furono fermati con conseguente calo turistico ed economico del centro silano, fra lungaggini burocratiche e difficoltà tecniche, ha comunque restituito un impianto moderno ed efficace, che ogni inverno viene utilizzato da migliaia di sciatori.


    image

    Gli impianti di risalita di Monte Curcio



    Cultura
    Museo archeologico della Sila

    A Camigliatello Silano, prossimo al lago Cecita, è in corso di realizzazione un Centro scientifico-espositivo, destinato a divenire il Museo archeologico della Sila che accoglierà tutti reperti archeologici frutto delle ricerche della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria.





    http://it.wikipedia.org/wiki/Camigliatello_Silano
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super!

    Group
    ADMIN
    Posts
    99,496

    Status
    Anonymous

    Parco della Sila, una full immersion nel verde



    Tra alberi-gigante e scoiattoli, tra laghi da attraversare con battelli elettrici e orchidee selvatiche, una full immersion nel verde. E qua e là borghi ricchi di storia e di tradizione.

    fioBGcu



    «Maestra, guarda lassù, c'è Cip e Ciop». Il piccolo Marco indica con la manina, due scoiattolini che si arrampicano veloci tra le fronde di un albero e subito scompaiono. «Ma perché sono neri?». L'insegnante spiega così ai suoi alunni che questi vispi roditori hanno il nome scientifico di Vulgaris Sciurus e che si differenziano dai famosi Cip e Ciop, protagonisti dei cartoni animati, non solo per il colore ma anche per una macchia bianca al collo. In dialetto si chiamano "Zaccanella", per la loro vivacità. Se ne trovano solamente nel Parco Nazionale della Sila, in Calabria, uno degli altipiani tra i più estesi (oltre 74 mila ettari compresi tra le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone), ed è una specie diversa da quella conosciuta nel resto d'Italia e d'Europa: sono più grandi nel corpo e nella coda.

    AHEM35K



    I bambini che quotidianamente raggiungono il centro visite del parco, a Cupone (in località Spezzano della Sila, sul lago Cecita, ingresso 2 euro), ne sono entusiasti, ma vederli saltare da una parte all'altra dei rami, è uno spettacolo che affascina anche i grandi. Sono loro i protagonisti del parco insieme al lupo, simbolo storico e pure buono, perché come si legge su un cartello all'ingresso "il lupo cattivo esiste solo nelle favole". Ovunque, invece, si ammira la mascotte ufficiale, ribattezzata Silotto da Silva. Il centro visitatori, al cui progetto ha contribuito Alberto Angela, è stato costruito all'interno di una segheria del 1939, con ancora visibili le "rotaie" che portavano i carrellini della legna e i macchinari di una volta.

    UuTjy2w



    Vi è un orto botanico, accessibile anche ai non vedenti, con pannelli esplicativi delle varie essenze, un giardino geologico, un museo dell'albero. Un'occasione per scoprire un parco nazionale presieduto, unico caso in Italia, da una donna, Sonia Ferrari, anche docente di marketing all'università della Calabria. «Stiamo cercando, ci dice, di rendere fruibile la conoscenza del territorio ad una platea molto ampia, garantendo l'arricchimento esperienziale e cognitivo anche a soggetti più svantaggiati. Fra le azioni realizzate, un protocollo d'intesa fra il Parco e l'Unione Italiana Ciechi di Cosenza, e la dotazione di due sedie "Joelette" per il trasporto di persone con problemi motori».

    mRqXeUd



    Da qui parte un sentiero naturalistico che fa immergere subito nella fitta foresta di pini laricio silani, caratterizzati da un tronco con le tipiche incisioni a spina di pesce che servivano per la raccolta della resina. Vi è poi un sentiero didattico (circolare di 3 km), con le varie didascalie alle piante e ancora diversi osservatori faunistici per vedere da vicino caprioli, daini e cervi per salire lungo un crinale dove un'area ospita alcuni esemplari di lupo, quello vero. Qui, sabato 27 luglio, si terrà una delle tre serate di jazz ispirato alle sonorità nordiche (rientra nel circuito della 12° edizione del Peperoncino Jazz Festival, rassegna musicale itinerante nelle più belle località calabresi), con i jazzisti norvegesi Trygve Seim e Andreas Utnem.

    HwpIfYU



    Per gli appassionati di passeggiate c'è la Riserva Naturale "I Giganti della Sila - Fallistro", dove ci si sente piccolissimi al cospetto di questi mastodontici pini larici, che possono superare l'altezza di 43 metri. Alcuni esemplari vantano l'età di 350 anni.

    Si racconta che i primi alberi sono stati piantati tra il 1620 e il 1650 dal proprietario di una filanda per abbellire e proteggere l'officina e le case circostanti. Sembra di stare in Canada. Un percorso obbligato (ingresso 1,50 euro) permette di scorgere da vicino il "pinosauro", ovvero un albero con i rami per terra che ricorda per la forma un grande rettile, o ancora due alberi ribattezzati "l'abbraccio".

    GgwhfzE



    Chi ama il contatto con l'acqua, può raggiungere il lago Arvo (un bacino artificiale situato in provincia di Cosenza, fra i monti Melillo e Cardoneto, vicino al comune di San Giovanni in Fiore), il secondo in grandezza dopo il Lago Cecita. La curiosità? La diga è unica nel suo genere in regione, costruita in argilla e terra compatta (anziché in cemento armato e calcestruzzo) e, all'epoca della sua creazione, tra il 1927 e il 1931 (inaugurata dai principi Umberto di Savoia e Maria José), aveva il record per lunghezza, 280 metri. In estate l'area sarà attrezzata a lido con la possibilità di rilassarsi e prendere il sole. Ogni mezz'ora parte una minicrociera in battello elettrico che costeggia le sponde, mentre si è cullati non solo dal movimento ma anche dalla musica dell'imbarcazione.

    6VEnoNa



    Ma non solo natura. Il territorio offre borghi da scoprire, botteghe artigiane e tradizioni. Da non perdere San Giovanni in Fiore, terra di Gioacchino da Fiore, il monaco abate che nel 1110 qui visse, con la mole dell'abbazia florense. La chiesa è lineare e costruita in pietra semplice, ed è in penombra per tutta la lunghezza della navata unica, in quanto lo sguardo non doveva essere distratto fino all'altare, simbolo di salvezza.

    Il paese vanta anche un'antica tradizione nell'arte orafa, continuata da alcune botteghe che propongono riproduzioni di gioielli antichi. Da Spadafora l'oro è fuso ancora in un crogiuolo riscaldato a mantice, secondo un'arte antica da tre secoli. Pezzi unici, frutto di alta ingegneria orafa, come i preziosi "abracadrabra" che si trasformano da anelli in bracciali, da ciondoli a collane. La tipicità è data dalle "iannacche", monili che un tempo le suocere regalavano alle nuore a suggellare l'impegno per le nozze.

    M3TMEi5



    Si tramanda da generazioni anche la tradizione tessile della Scuola Tappeti Caruso. "Ozaturi a pizzulune", le tipiche coperte "trappigne", la "n'cullerata" a proseguire un percorso, iniziato nell'epoca medievale. «Ho voluto apprendere quest'arte, per avere una buona occasione per stare sempre con le donne, scherza il maestro Domenico Caruso, tessitore da quando era bambino». La piccola bottega d'arte è punto di riferimento per le più grandi firme dell'arte contemporanea, e porta avanti uno dei più grandi progetti artistici mai affrontati sul territorio regionale: la riproduzione delle tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, che si trasformano in splendidi arazzi di seta, completamente annodati a mano. Ogni tavola richiede più di un anno di annodatura.

    Infine, non si può dimenticare che la Sila aspra, impervia, a volte impenetrabile, è stata terra di briganti che hanno furoreggiato per tutto l'Ottocento e fino ai primi decenni del secolo scorso, e le loro gesta, tra i monti e le valli nel cuore della Calabria, sono diventate leggendarie.

    Rice5Jm



    Da queste parti non vi è luogo ove non sia stato avvistato, catturato o ucciso qualche brigante; non vi è piccola e povera casa utilizzata come ricovero. Non vi è una sola grotta che non sia stata utilizzata come nascondiglio. Impossibile non lasciarsi suggestionare dai racconti popolari, quasi fossero favole per i nipoti. E anche se l'epopea di questi banditi, che il più delle volte furono portatori di libertà, è finita da decenni, restano le loro gesta leggendarie. Queste storie s'intrecciano con altre vicende magiche. Accade vicino alla Pietra dell'altare in Serra di Carlomagno, una località a metà strada tra Lorica e Silvana Mansio.

    xwxOZOO



    Nonostante la zona sia pianeggiante, ci sono grosse pietre, di forma tondeggiante, disposte in fila o sparse tra la bassa vegetazione. Sembra che il nome riprenda una celebrazione fatta da un gruppo di soldati di ritorno dalle crociate. Qualcuno avanza l'ipotesi che fosse presente lo stesso Carlo Magno (pur non essendoci fonti che attestano il passaggio del re carolingio). Molti di quelli che si avvicinano riferiscono di avvertire particolari vibrazioni. O forse, è solo uno scoiattolo nero che si agita tra i rami e li fa vibrare.




    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 11/5/2016, 11:06
     
    Top
    .
3 replies since 17/8/2010, 14:37   2675 views
  Share  
.
Top