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Streguccia.
I mille significati dei tatuaggi giapponesi
Il mondo del Giappone è assolutamente variegato e diverso: si va da case contadine che ci fanno saltare indietro nel tempo di centinaia d’anni, a megalopoli iper tecnologiche.
Tutte le contraddizioni di questo stupendo paese, rivivono anche nella body art ad esso ispirata. Dalle Geishe alle Carpe Koi, passando per i Samurai e finendo ai Dragoni, la simbologia dei tatuaggi giapponesi abbraccia moltissimi stati d’animo e significati. Ma oltre al significato intrinseco che può avere un tattoo, a noi interessa soprattutto l’arte che questo rappresenta.
Nell’isola nipponica i tattoo vengono chiamati irezumi oppure horimono. Irezumi significa inserire (ireru) inchiostro nero (sumi), mentre horimono sta ad indicare una qualsiasi immagine (mono) inscritta (horu) sulla pelle.
Fino al 1800 l’irezumi rappresentava una punizione, con la quale venivano marchiati i prigionieri di guerra, gli schiavi e i criminali. Si differenziava dal tatuaggio decorativo, che veniva chiamato gaman (pazienza). Nel corso del 19° secolo i due stili si sono evoluti fino a fondersi.
Successivamente, a fine Ottocento, sono apparsi i primi horimono che vennero considerati illegali per anni, perché era il tatuaggio delle prostitute, dei malviventi e dei giocatori d’azzardo. Con il passare del tempo acquisirono sempre più fama fino a diventare un’arte decorativa.
Ecco quindi una serie di tatuaggi dedicati all’arte ed alla tradizione giapponese, contraddistinti dai colori sgargianti e dalle linee sinuose e delicate. Un ottimo punto di partenza per chi ancora non ha deciso cosa tatuarsi sulla pelle.
Edited by belias94 - 28/7/2019, 20:54.