IL PIOPPO, POPULUS, O ALBERO DEL COTONE

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    IL PIOPPO, POPULUS, O ALBERO DEL COTONE



    Populus L. è un genere di piante arboree della famiglia Salicaceae che comprende una trentina di specie comunemente note come pioppi, originarie perlopiù dell'emisfero settentrionale.

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    Etimologia

    Populus è voce latina (pōpulus, distinto da pŏpulus, "popolo" per via della differente vocale). Una paretimologia comune, già attestata presso gli antichi, lo associa in effetti al popolo (il pioppo come "albero del popolo"). In realtà l'etimo è differente e non ben conosciuto, probabilmente facente parte del sostrato mediterraneo (cfr. greco ἀπελλόν apellón, "pioppo nero", italiano meridionale chiuppo).

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    La parola italiana pioppo deriva da una forma latina volgare o medievale (XII secolo) *ploppus, da cui anche l'emiliano fioppa, il rumeno plop, lo spagnolo chopo e il portoghese choupo, passata anche nel greco di Calabria plûppos (bovese pluppo, fluppo), nell'irlandese pobhuil, nell'albanese plepi, nel tedesco Pappel, nell'antico slavo тополь topolĭ, da cui il meglenorumeno topolǎ e il greco moderno τοπόλι topóli. La forma classica pōpulus sopravvive in area galloromanza.

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    Caratteristiche generali

    L'altezza dei pioppi va dai 15 ai 20 metri, con fusti che possono superare i 2,5 metri di circonferenza.

    La corteccia degli individui giovani è liscia, con colorazioni che vanno dal bianco al verdastro al grigio scuro, spesso ricco di lenticelle; sugli esemplari più vecchi, diviene generalmente rugosa e profondamente fessurata.

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    I germogli sono robusti e sono presenti le gemme apicali (contrariamente ai "cugini" salici). Le foglie sono disposte a spirale e la loro forma varia da triangolare a circolare o, più raramente, lobata, con lunghi piccioli.

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    Nelle specie comprese nelle sezioni Populus e Aegiros i piccioli sono appiattiti, sicché il vento può facilmente muovere le foglie dando l'impressione che l'albero "tremi". Le dimensioni delle foglie variano facilmente da individuo a individuo e spesso cambiano colore in autunno diventando gialle o oro.

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    Si tratta di piante solitamente dioiche, anche se alcune specie sono monoiche; le piante femminili e maschili sono facilmente distinguibili: le prime hanno rami grandi, chiome voluminose e grosse gemme, mentre le altre sono più slanciate e hanno gemme più piccole ma più numerose; queste notevole diversità ha fatto sì che in passato i sessi venissero erroneamente classificati come due specie diverse.

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    L'età riproduttiva comincia a 10-15 anni. I fiori compaiono all'inizio della primavera e prima delle foglie e sono raccolte in infiorescenze ad amento allungati, pendenti, sessili o peduncolate. Quelli maschili sono più corti e tozzi e compaiono prima di quelli femminili che hanno spighe più lunghe e più pendenti. I frutti sono costituiti da capsule, verdi o bruno-rossicci, e maturano a metà estate. Contengono numerosi piccoli semi marroncini che poi vengono dispersi dal vento tramite un pappo (da cui il nome anglosassone di cottontree "albero del cotone").

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    I pioppi della sezione Aegiros sono diffusi negli ambienti umidi e nelle zone ripariali. Quelli della sezione Populus sono probabilmente le latifoglie più diffuse nell'emisfero boreale. è un albero sempreverde, anche se in autunno la colorazione delle foglie muta al giallo, queste restano attaccate all'albero per tutto l'inverno.

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    Coltivazione

    Il pioppo ha una parte importante nell'arboricoltura da legno: viene infatti impiegato per vari usi come la fabbricazione di fogli e pannelli di compensato, cassette da imballaggio, carta, fiammiferi. Apprezzato anche per motivi ornamentali, viene impiegato nei parchi, nei giardini e nei viali delle città. Lo si può trovare in tutta Europa fino al Circolo polare, nell'America settentrionale, in Asia e nell'Africa del Nord.

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    La coltivazione dei pioppi richiede molta luce; inoltre, vogliono un terreno fertile, umido a sufficienza, non amano il ristagno dell'acqua e i terreni troppo duri; con buoni accorgimenti in coltura e alcuni trattamenti antiparassitari (tesi soprattutto a difendere il tronco dall'attacco del criptorrinco o del punteruolo e da saperda e rodilegno) la pianta avrà una rapidissima crescita. Per quanto riguarda l'apparato fogliare, i maggiori attacchi parassitari sono a carico dell'Ifantria, insetto defogliatore di origine americana e della Marsonnina brunnea, di origine funginea

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    La loro moltiplicazione avviene per seme e per polloni, mentre nei vivai si preferisce la moltiplicazione per talea.

    Nelle piantagioni, i pioppi vanno messi a dimora a una distanza gli uni dagli altri di 4 x 4 m oppure 4 x 5 o ancora 5 x 5 a seconda delle specie usate, del terreno o della vicinanza o meno di fonti d'acqua. I pioppi prediligono crescere con i loro simili; tuttavia crescono bene anche con altre specie, come ad esempio i salici.

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    La pioppicoltura praticata in Italia, finalizzata principalmente alla produzione di pannelli di legno compensato, prevede turni di coltivazione compresi fra i 9 e i 12 anni; dopo l'abbattimento il terreno potrà essere usato per piantare altri pioppi oppure usato per altre colture. Per scopi ornamentali, vengono usati in filari e in gruppi di piante; si prediligono le specie a chioma ampia.

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    In natura il pioppo può arrivare a vivere fino a 200-400 anni.

    La pioppicoltura in Italia

    I pioppeti sono i luoghi in cui si coltivano i Pioppi.

    Nell'ultimo censimento del 2000 risultavano in Italia 83.368 ettari di pioppete divisi in 25.022 aziende agricole (3,33 ha per azienda). A fianco di questa pioppicoltura vi sono 35.000 ettari di pioppeti non inserita nelle aziende agricole. Dunque il totale pioppeti in Italia ammonta a poco meno di 120.000 ettari.

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    Questa superficie è però in diminuzione dagli anni settanta, in cui le pioppete inserite nelle sole aziende agricole ammontavano a 150.000 ettari.

    Più del 70% delle pioppete in Italia sono situate nella Pianura Padana. Qui la diminuzione delle pioppete è stata più marcata, con una riduzione di superfici in azienda che va da 65.000 ettari dei primi anni ottanta agli attuali 35.000 ettari. Con una superficie totale che è passata dai 96.000 ettari del 1980 ai 70.000 ettari della fine degli anni novanta.

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    Ogni ettaro di pioppeta produce mediamente 15 tonnellate di legno ogni anno. La quantità totale di legname dei pioppeti si aggira sul 45-50% dell'intera produzione nazionale di legname.

    La pioppicoltura è l'unico esempio di arboricoltura degno di nota in Italia.

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    Clonazione

    In Italia, la clonazione di questo tipo di albero avviene sotto lo stretto controllo della Commissione nazionale per il Pioppo che classifica i cloni in un apposito registro (il Registro nazionale dei cloni forestali) perché sia certificata la corretta identità e la caratteristica di un clone di questo albero.

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    La registrazione avviene dopo la compilazione di una scheda dove vengono indicate tutte le caratteristiche morfologiche, biologiche e tecnologiche dei cloni che, dopo un attento esame da parte della commissione, vengono ufficialmente registrati. In campo internazionale, del pioppo si occupa la International Poplar Commission, emanazione della FAO.

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    Curiosità

    Un detto comune fa derivare il nome piazza del Popolo di Roma da un antico boschetto di pioppi neri (l'etimo vero è comunque differente).
    Il legno di pioppo è stato usato da Leonardo da Vinci per dipingere la sua celebre Monna Lisa.

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    Nella cultura celtica il pioppo – pianta dedicata ai morti in battaglia – rappresenta un segno zodiacale per i nati dal 4-8 febbraio, 1-14 maggio, 5-13 agosto, 3-11 novembre: i nati sotto questo segno avrebbero una tendenza al pessimismo, alla contemplazione e alla critica. Amanti della natura, non riescono tuttavia a godere appieno dei piaceri della vita.

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    Dal pioppo deriva il nome volgare di uno fra i più apprezzati funghi commestibili: il piopparello.
    La corteccia del pioppo, dopo essere stata lavata accuratamente può essere mangiata, condita con un po' di olio e di sale.

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    wikipedia.org

    foto sul web

    Edited by belias94 - 14/5/2016, 17:24
     
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    Il pioppo nello stagno



    Vecchio pioppo!
    Sei caduto
    nello specchio

    dello stagno addormentato,
    piegando la fronte
    al tramonto.

    Non è stato il roco uragano

    a spezzare il tuo tronco

    né la pesante ascia
    del boscaiolo, che sa
    che tu devi
    rinascere.

    E’ stato il tuo spirito forte

    a chiamare la morte

    vedendosi senza nidi, dimenticato

    dai pioppi bambini del prato....
    Che profonda amarezza
    nel paesaggio
    l'eroe dei boschi
    senza rami

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    Non sarai più la culla
    della luna,

    nè il magico riso
    della brezza

    nè il bastone di una stella
    a cavallo.

    Non tornerà la primavera
    della tua vita,

    né vedrai fiorire
    i seminati.

    Sarai nido di rane
    e di formiche.

    Avrai per capelli
    le ortiche

    e un giorno la corrente
    porterà via

    la tua corteccia
    tristemente.

    Vecchio pioppo!

    Sei caduto nello specchio

    dello stagno addormentato.

    Ti ho visto cadere
    al crepuscolo

    e scrivo la tua elegia

    che è anche la mia.


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    Federico Garcia Lorca

    Edited by belias94 - 14/5/2016, 17:28
     
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    Gli alberi di 'Populus euphratica' in Cina



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    Edited by belias94 - 14/5/2016, 17:29
     
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