L'aquila reale: foto e video

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    L'Aquila del Bonelli



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    L'Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus, Vieillot 1822) è un uccello rapace della famiglia degli Accipitridae.

    Sistematica

    Se ne conoscono due sottospecie:

    Hieraaetus fasciatus fasciatus
    Hieraaetus fasciatus renschi


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    Aspetti morfologici

    In volo è riconoscibile da altri rapaci per la macchia bianca che ha sul dorso, per il rimanente ha una colorazione, variabile con l'età, prevalemente di bruno rossiccio e con ventre chiaro striato di macchie più scure.

    La specie presenta un discreto dimorfismo sessuale: la femmina ha una taglia media di 70 cm, un'apertura alare di quasi 180 cm, per un peso di quasi 2000 grammi. Il maschio ha dimensioni inferiori, non supera i 1500 grammi di peso e la taglia di 65 cm.

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    Distribuzione e habitat

    È diffuso in Africa, Europa, Asia meridionale e in alcune isole del nord dell'Oceania.
    In Italia si trova solo in Sicilia e probabilmente in Sardegna, con segnalazioni storiche ed attuali in Calabria.
    Zona abituale di nidificazione è l'Etna. Il suo habitat è costituito da una commistione di praterie naturali, aree agricole estensive e pascoli, intercalati da aree a vegetazione arbustiva mediterranea.

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    Cibo e alimentazione

    Si ciba prevalentemente di piccoli mammiferi, ma anche di uccelli che riesce a prendere in volo con grande abilità. Durante il periodo riproduttivo la sua dieta è costituita per quasi il 50% da conigli selvatici.

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    Riproduzione

    Piuttosto precoce, inizia il corteggiamento in dicembre. La deposizione avviene solitamente entro la seconda decade di febbraio, mentre gli involi tra fine maggio ed inizio giugno.

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    Stato di conservazione

    È specie protetta ai sensi della legge 157/92 . La sua sopravvivenza è a rischio elevato. I pericoli maggiori sono rappresentati dal bracconaggio, dalle trasformazioni degli habitat, spesso causate dall'abbandono delle colture tradizionali, dalla sempre maggiore presenza umana nelle aree vocazionali per la specie e dai frequenti incendi dolosi. La popolazione italiana è pressoché concentrata in Sicilia, in cui nidificano 16-19 coppie .


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    wikipedia.org/

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:11
     
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    Simooooooooooo ma quanto sei bravoooo?????? :wub: :wub:
     
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    L’AQUILA E LA VOLPE



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    Un’aquila e una volpe, fattesi amiche, stabilirono di abitare una vicino all’altra, pensando che la vita in comune avrebbe rafforzato la loro amicizia. Ed ecco che la prima volò sulla cima di un albero altissimo e vi fece il suo nido; l’altra strisciò sotto il cespuglio che cresceva ai suoi piedi e qui partorì i suoi piccoli.

    Ma un giorno, mentre la volpe era uscita a cercar da mangiare, l’aquila, che si trovava a corto di cibo, piombò nel cespuglio, afferrò i volpacchiotti e se ne fece una scorpacciata insieme coi suoi figli. Quando, al suo ritorno, la volpe vide che cosa le avevano fatto, fu colta da un dolore che non era nemmeno tanto grande per la morte dei suoi piccoli, quanto per il pensiero della vendetta: animale di terra, essa non aveva infatti la possibilità di inseguire un volatile.

    Perciò, immobile, di lontano, unico conforto che rimane ai deboli e agli impotenti, scagliava maledizioni sulla sua nemica. Ma non passò molto e toccò all’aquila scontare il suo delitto contro l’amicizia. Infatti, un giorno che in campagna si offriva in sacrificio una capra agli dèi, essa piombò giù e si portò via dall’altare uno dei visceri che stava prendendo fuoco; ma quando l’ebbe trasportato nel suo nido, un forte soffio di vento lo investì e da qualche filo di paglia secca suscitò una vivida fiammata.

    Così i suoi piccoli — volatili ancora impotenti — furono abbruciati e cascarono al suolo. La volpe accorse e se li divorò tutti sotto gli occhi della madre.

    PyFM2



    La favola mostra come coloro che tradiscono l’amicizia, se anche, per l’impotenza delle vittime, sfuggono alla loro vendetta, non riescono però mai ad evitare a punizione degli dèi.



    libero.it/

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:12
     
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    Torna libera l'aquila ferita



    Hanno spiccato il volo verso il cielo azzurro, pronti a riassaporare la libertà. Al Liberation Day organizzato dall'Enpa di Savona nel Parco dell'Adelasia, in Valbormida, sono stati liberati tre rondoni comuni, due rondoni maggiori, due poiane, un falco pecchiaiolo e un'aquila minore. I rondoni, appena giunti dall'Africa per la nidificazione, erano caduti a terra circa una settimana fa, stremati dal viaggio e dalla penuria di cibo. Il falco pecchiaiolo era in cattività da 10 mesi, ritenuto ancora immaturo per affrontare la migrazione. Le due poiane e l'aquila, invece, erano stato abbattute dai pallini dei cacciatori, e hanno affrontato un lungo periodo di degenza e riabilitazione.


     
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    L'aquila arpia



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    L'aquila arpia (Harpia harpyja, Linnaeus 1758) è un uccello rapace della famiglia degli accipitridae ed è il più grande rapace delle Americhe. È l'unica specie del genere Harpia.

    Aspetti morfologici

    È l'aquila più grande attualmente vivente dato che l'aquila di Haast, o aquila gigante della Nuova Zelanda (Harpagornis moorei), estinta da circa 500 anni, era circa il 50% più grande.

    La femmina è lunga 100-110 cm e ha un'apertura alare di circa 200 cm e pesa circa 7,5 kg. Eccezionalmente, alcune femmine hanno raggiunto 9 kg e un esemplare in cattività, "Jezebel", ha superato 12 kg. Questo dato, chiaramente, si riferisce ad un esemplare in cattività che tende naturalmente a essere sovrappeso.

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    In natura non sarebbe arrivata a tale stazza. Il maschio raggiunge a malapena 5 kg di peso.
    L'arpia è di colore grigio, con la testa grigio cenere e la pancia bianca. Entrambi i sessi hanno una cresta di lunghe penne erettili, molto caratteristiche. Le dita comprese di artigli sono lunghe 13 cm.

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    Biologia

    L'arpia è carnivora e predatrice. Le sue prede preferite sono i piccoli mammiferi, come i coati dal naso bianco del bassopiano, i piccoli del bradipo e piccole scimmie. Caccia anche altre specie di uccelli. Gli artigli sono molto potenti e di grande aiuto nell'uccisione delle prede: si consideri che riescono a esercitare la pressione di 42 kg/cm².

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    L'uccello riesce a sollevare prede pesanti, anche 3/4 del proprio peso corporeo.

    Riproduzione

    La coppia depone due uova bianche in un nido fatto di stecchi e rami, su un albero alto. Normalmente una coppia alleva un piccolo ogni 2-3 anni. Le uova vengono covate insieme ma quando il primo dischiude, il secondo viene abbandonato prima della schiusa.

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    Il piccolo impiega 6 mesi per volare ma i genitori continuano a nutrirlo per altri 6-10 mesi. L'arpia può essere molto aggressiva anche nei confronti dell'uomo se intravede un pericolo o un disturbo per il nido o per il piccolo.

    Minaccia

    L'arpia è minacciata dalla deforestazione e passa gran parte del tempo a cacciare, e viene principalmente avvistata in transito. In Brasile è quasi completamente scomparsa dalla Foresta atlantica e vive in pochi esemplari nelle zone più remote del Bacino dell'Amazzonia.

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    Secondo i criteri dell'IUCN è considerata una specie "prossima alla minaccia".

    L'arpia nello stemma del Panamá

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    L'arpia è l'uccello nazionale dello stato del Panamá ed è riprodotta nello stemma ufficiale. La legge 34 del 1949 stabilisce che un'aquila sia in cima allo stemma. La legge, in verità, non stabiliva quale specie di aquila debba essere riprodotta ma la maggior parte delle scuole esibisce proprio un'arpia.

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    La legge 18 del 2002 ha stabilito che l'arpia sia l'uccello nazionale. Successivamente, la legge numero 50 del 17 maggio 2006 ha integrato la già citata legge del 2002 stabilendo definitivamente che la specie di aquila da riprodurre nello stemma nazionale sia proprio l'arpia, ovvero Harpia harpyja.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:12
     
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    Simo, non ho più parole per dirti quanto sei bravo.... davvero tutto spettacolare.
    Grazie :wub: :wub:

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:13
     
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    L'AQUILA, L'EMBLEMA DELLA LIBERTÀ



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    Due aquile dalla testa bianca vicino al Kennedy Space Center, in Florida



    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:14
     
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    Mamma come sono cresciutiiiii!!!! Che belliiiiiiiiiiiiiii :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
     
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    Svezia, il pericolo viene dal cielo: l'aquila col coltello



    Tra gli utensili che il fotografo olandese Han Bouwmeester aveva con sé, quest'aquila reale ha scelto di 'catturare' il coltello che l'uomo conservava nella tasca e con cui aveva tagliato della carne. ''Un'azione velocissima - racconta il fotografo - e ho capito che aveva afferrato il mio coltello solo guardando il display della mia camera dopo essere riuscito a scattare questa serie di immagini. Mi ha colpito il modo in cui l'uccello teneva il coltello: come se sapesse che uso farne. Poi fortunatamente ha capito che non era una preda e l'ha lasciato cadere sulla neve''. E' accaduto a Västerbotten, in Svezia.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:15
     
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    Il volo di un'aquila a caccia di fenicotteri



    Il rapace cala in picchiata su uno stormo di fenicotteri rosa: le straordinarie riprese della BBC.



    È ora di pranzo nei cieli africani. L'aquila ha fame, e nel lago Bogoria, in Kenya, c'è una scorta di cibo pronta per essere consumata: uno stormo di fenicotteri che ignari, si abbeverano. Comincia così una serie di spettacolari riprese in soggettiva che documentano il volo radente del rapace sulle sue prede. Il video fa parte di un documentario della BBC intitolato Earthflight dedicato agli uccelli e in particolare alle specie migratorie. Gli autori dei filmati hanno utilizzato particolari tecniche di ripresa per dare agli spettatori la sensazione magica di volare insieme ai pennuti protagonisti.

    Dove gridano le aquile



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    “Uíí-à-íò-íò-íò” così più o meno grida questa aquila al suo partner per sapere dove si trova e per mantenere un contatto con lui (o con lei). Detta anche “urlatrice” l’aquila della specie Haliaeetus vocifer si può vedere solo nel continente africano, soprattutto vicino alla costa, ai fiumi e ai laghi, poiché è ghiotta di pesci. Ma non disdegna nemmeno la montagna e non è difficile trovarla anche a più di 3 mila metri, dove deve cambiare abitudini e nutrirsi di uccelli. Per la sua predilezione per i pesci è detta anche aquila pescatrice.
    In questa foto: un esemplare in fase preparatoria, allunga le zampe pronta in un attimo a lanciarsi sulla preda.




    La regina dei ghiacci



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    Non lasciatevi ingannare dal passo un po’ incerto. Per quest’aquila di mare di Steller (Haliaeetus pelagicus) il ghiaccio è un elemento familiare. La penisola russa Kamčatka dove vive, infatti ne è piena. Se è così concentrata è solo perché sta pensando al suo prossimo spuntino, il salmone che il rapace - un metro e 30 circa di apertura alare - si procaccerà con una di queste tecniche. O planando in picchiata sull’acqua, oppure aspettando che un'altra aquila abbia pescato per poi rubarle il bottino direttamente dal becco.

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:15
     
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    BVBoll
    Dullstroom, Sudafrica: un'aquila urlatrice plana sull'acqua.



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    Con il suo capo candido, il becco giallo squillante e gli occhi penetranti, l'aquila di mare dalla testa bianca è l'uccello predatore più riconoscibile del Nordamerica.



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    Kamchatka: due aquile di mare di Steller lottano per accedere ai fori nel ghiaccio per pescare.



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    Aquila di mare di Steller.



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    Ritratto di un'aquila marina dalla coda bianca, una specie fortemente minacciata.

    fjanSl
    Dullstroom, Sudafrica: primo piano di un'aquila pescatrice africana.



    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:16
     
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    L'AQUILA DELLE FILIPPINE



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    L’aquila delle Filippine (Pithecophaga jefferyi Ogilvie-Grant, 1896), nota anche come aquila delle scimmie, è un uccello rapace della famiglia degli Accipitridi, endemico delle foreste delle Filippine. Presenta un piumaggio di colore marrone e bianco, e una cresta ispida, e misura generalmente 86–102 cm di lunghezza e pesa 4,7-8,0 kg. È considerata la più grande delle aquile esistenti al mondo per quanto riguarda la lunghezza, mentre l'aquila di mare di Steller e l'arpia sono le più grandi in termini di peso e di massa.

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    Rapace tra i più rari e possenti del mondo, è stato dichiarato uccello nazionale delle Filippine nel 1995. È una specie in pericolo critico e la sua popolazione è diminuita progressivamente negli ultimi decenni, soprattutto a causa della massiccia perdita dell'habitat dovuta alla deforestazione che interessa la maggior parte del suo areale. L'uccisione di un'aquila delle Filippine, ai termini delle legge del Paese, è punibile con 12 anni di carcere e multe elevate che possono arrivare anche ad un milione di pesos.

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    Tassonomia

    Il primo europeo a scoprire la specie fu l'esploratore e naturalista John Whitehead nel 1896; ne osservò in un primo momento un esemplare e, poche settimane dopo, il suo servitore, Juan, riuscì a catturare l'olotipo. Le spoglie dell’uccello vennero inviate a William Robert Ogilvie-Grant, a Londra, nel 1896, che in un primo momento le mise in mostra in un ristorante locale. Solo qualche settimana più tardi si dedicò alla descrizione ufficiale della specie.

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    Fin dalla sua scoperta, l’aquila delle Filippine divenne nota come aquila delle scimmie, poiché i nativi di Bonga, a Samar, dove la specie venne scoperta, affermavano che predasse esclusivamente le scimmie; sulla base di queste testimonianze ricevette il proprio nome generico, derivante dal greco pithecus (πίθηκος) («scimmia») e phagus (-φάγος) («mangiatrice»). Il nome scientifico commemora Jeffery Whitehead, padre di John Whitehead. Studi successivi rivelarono, tuttavia, che la presunta aquila delle scimmie si nutriva anche di altri animali, come colughi, zibetti, grossi serpenti, varani, e perfino grossi uccelli, come i buceri. Per questo motivo, oltre al fatto che lo stesso appellativo veniva applicato anche all’aquilastore coronato dell’Africa e all’arpia del Centro e Sudamerica, il nome, per proclamazione presidenziale, venne cambiato in aquila delle Filippine nel 1978, e nel 1995 la specie venne dichiarata emblema nazionale. La specie non ha sottospecie riconosciute.

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    Oltre che aquila delle Filippine e aquila delle scimmie, la specie è stata chiamata anche grande aquila delle Filippine. È nota con vari nomi in molte lingue delle Filippine; tra questi ricordiamo ágila («aquila»), háribon (da haring ibón, «re degli uccelli») e banog («nibbio»).

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    Storia evolutiva

    Uno studio basato sulle caratteristiche scheletriche effettuato nel 1919 portò gli studiosi a ipotizzare che il parente più stretto dell'aquila delle Filippine fosse l'arpia. La specie venne quindi inclusa all'interno della sottofamiglia degli Arpiini (Harpiinae) fino al 2005, quando uno studio sulle sequenze del DNA dimostrò che non era affatto imparentata con gli altri membri di questo gruppo, bensì con i Circaetini (Circaetinae), vale a dire i bianconi e il falco giocoliere. Da allora è stata inserita all'interno di questa sottofamiglia.

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    Descrizione

    La nuca dell'aquila delle Filippine è ornata da lunghe penne marroni che formano una cresta arruffata. Queste penne danno l'impressione che l'animale possegga una criniera simile a quella del leone, che a sua volta assomiglia al mitico grifone. L'aquila ha la faccia scura e la nuca e la sommità del capo color crema-marrone. Il dorso è marrone scuro, mentre la regione ventrale e il sottoala sono bianchi. Le forti zampe sono gialle, e sono munite di grandi artigli potenti di colore scuro, mentre il becco, grande, arcuato e profondo, è grigio-bluastro. Gli occhi sono grigio-blu. I giovani sono simili agli adulti, e se ne differenziano per il fatto di avere piume del dorso dai margini chiari.

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    È opinione corrente indicare che l’aquila delle Filippine abbia una lunghezza totale di 86–102 cm, ma un'analisi condotta a partire da vari esemplari conservati in alcune tra le più grandi collezioni museali del mondo ha rivelato una lunghezza media di 95 cm per i maschi e di 105 cm per le femmine. Queste ultime misurazioni ne fanno la più lunga specie di aquila esistente, dal momento che la lunghezza media della femmina equivale a quella massima registrata nell'arpia e nell’aquila di mare di Steller.

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    La più lunga aquila delle Filippine registrata, nonché la più lunga aquila mai esistita fatta eccezione per l’estinta aquila di Haast, è un esemplare conservato al Museo Field di Storia Naturale (FMNH) che misura 112 cm; tuttavia, trattandosi delle spoglie di un esemplare mantenuto in cattività, non può essere preso come rappresentante degli esemplari selvatici a causa delle differenze che intercorrono nella disponibilità di cibo.

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    Il livello di dimorfismo sessuale nelle dimensioni non è certo, ma si ritiene che il maschio sia generalmente il 10% più piccolo della femmina, e questa affermazione è supportata dai dati della lunghezza media nei maschi e nelle femmine riportati in una fonte. In molte altre grandi specie di aquila, la differenza di dimensioni tra le femmine e i maschi adulti può superare il 20%. Per le aquile delle Filippine adulte, i dati riportati riguardanti il peso oscillano tra i 4,7 e gli 8 kg, mentre altri studiosi indicano un peso medio inferiore a quello sopra indicato, di 4,5 kg per i maschi e di 6 kg per le femmine. Un maschio esaminato (di età non specificata) pesava 4,04 kg.

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    L'aquila delle Filippine ha un'apertura alare di 184–220 cm e una lunghezza dell'ala (misurata lungo il margine anteriore) di 57,4-61,4 cm. Il peso massimo registrato è superato da quello di altre due aquile (l'arpia e l'aquila di mare di Steller), mentre le ali sono più corte di quelle delle grandi aquile che vivono in habitat aperti (come l'aquila di mare, l'aquila di mare di Steller, l'aquila marziale o l'aquila cudacuneata), sebbene siano piuttosto larghe. Il tarso dell’aquila delle Filippine è considerato il più lungo tra quelli di ogni altra specie di aquila e misura 12,2-14,5 cm, all’incirca la stessa lunghezza di quello dell’aquila di Nuova Guinea, molto più piccola ma con zampe relativamente lunghe.

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    Il becco, molto grande ma compresso lateralmente, contende con quello dell’aquila di mare di Steller il titolo di becco più grande di qualsiasi aquila esistente. Esso misura in media 7,22 cm di lunghezza a partire dalla commessura labiale.La coda è piuttosto lunga, 42-45,3 cm, mentre un’altra fonte indica una lunghezza di 50 cm.

    Tra i richiami più frequenti emessi dall'aquila delle Filippine vi sono dei forti fischi acuti che terminano con inflessioni di intonazione. Inoltre, è risaputo che i giovani mendicano il cibo emettendo una serie di richiami acuti.

    Distribuzione e habitat

    L’aquila delle Filippine è endemica delle Filippine e si rinviene su quattro delle isole maggiori: la parte orientale di Luzon, Samar, Leyte e Mindanao. Il maggior numero di aquile risiede a Mindanao, dove si trovano dalle 82 alle 233 coppie riproduttive. Solamente sei coppie risiedono a Samar, due a Leyte, e poche altre a Luzon. È presente nel parco nazionale della Sierra Madre Settentrionale a Luzon e nei parchi nazionali di Monte Apo, Monte Malindang e Monte Kitanglad a Mindanao.

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    Quest'aquila è diffusa nelle foreste di dipterocarpi e in quelle montane di medie altitudini, in particolare in aree impervie. Il suo range altitudinale va dalle pianure alle montagne di oltre 1800 m. Si stima che in tutto l'areale della specie rimangano solo 9220 km² di foresta primaria.Tuttavia, le dimensioni totali dell’areale vengono stimate a 146.000 km².

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    L'aquila sovrana



    YsN6j
    L’aquila, regina degli uccelli, sentiva da tempo magnificare le grandi qualità dell’usignolo. Da brava sovrana, volle rendersi conto se quanto si diceva era vero e, per sincerarsene, mandò a controllare due dei suoi funzionari: il pavone e l’allodola. Avrebbero dovuto valutare la bellezza e il canto dell’usignolo.

    IydEs
    I due adempirono la loro missione e tornarono dall’aquila.
    Il pavone riferì per primo: “L’usignolo ha una livrea così modesta da rasentare il ridicolo: questo fatto mi ha talmente infastidito, che non ho prestato la minima attenzione al suo canto”.

    ddjb7
    L’allodola disse: “La voce dell’usignolo mi ha letteralmente incantato, tanto che mi sono completamente scordato di badare al suo vestito”.

    Morale:

    Ci sono persone che guardano sempre e solo all’apparenza: qualunque sia il messaggio, non sarà considerato se non è “confezionato” bene.
    Altri sanno andare oltre la “confezione” esterna, guardano alla sostanza e sanno apprezzarla.


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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:18
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    CITAZIONE (belias94 @ 8/8/2012, 17:20) 
    Ci sono persone che guardano sempre e solo all’apparenza: qualunque sia il messaggio, non sarà considerato se non è “confezionato” bene.
    Altri sanno andare oltre la “confezione” esterna, guardano alla sostanza e sanno apprezzarla.


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    quanta verità in queste parole... devo dire sinceramente che mi sono commossa.

    P.s Complimenti Simone per questo post spettacolare che hai saputo mettere insieme in modo magistrale. Grazie :wub: :wub:
     
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    Super!

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:18
     
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122 replies since 9/4/2012, 16:53   38209 views
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