Flavio Insinna

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  1. Cesco
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    Flavio Insinna: "Lo Sbirro? È un panda"


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    Flavio Insinna è un fiume in piena alla presentazione di Ho sposato uno sbirro 2. Sembra tornato l'uomo dei pacchi: travolge i tre registi Giorgio Capitani, Luca Miniero, Andrea Barzini, i produttori Luca e Matilde Bernabei della Lux, il direttore di Raifiction Del Noce, la sua partner Christiane Filangieri. Lo scontro lo preoccupa ma non l'angoscia. «Quando m'hanno fatto fà Il mastino m'hanno messo contro la Carrà e cento milioni di italiani, pure quelli che arrivano dall'estero. Con Don Matteo mi so' scontrato col papa a Cuba: un miliardo di spettatori. Con Don Bosco c'ho avuto il Grande Fratello. Che devo dire? Massimo rispetto per I Cesaroni». E Massimo affetto per Claudio Amendola: un gentiluomo, l'unico che m'ha fatto i complimenti quando ho vinto un premio, laddove gli altri mi volevano vedere morto».

    E cos'è lo Sbirro? «Un racconto molto ben scritto. Una fiction familiare con un filo di giallo, la storia di una famiglia normale che non s'allarga come ne I Cesaroni ma ha a chè vedere con la nascita di due gemelle, le suocere, il lavoro al commissariato, le liti coniugali, la gelosia che morde, i traslochi, i soldi, la scelta dell'asilo, il metodo migliore per crescere i figli. Cose comuni in cui tutti possono riconoscersi». Difficile fare il padre? «Sono allenato. Ho molti amici che si riproducono in cattività: mi appaiono sfasciati ma felici». Lodatissimo dal direttore della Raifiction Del Noce, coccolato dagli autori, Insinna ha però due preghiere da fare. «La prima è che nella fiction, come nel cinema, il regista conta. I bravi vanno seguiti. La seconda è che la fiction va protetta come un panda. E va girata in Italia dove abbiamo le migliori troupe del mondo. So che Del Noce dice che in Germania la fiction costa il 40% in meno. Abbassiamo i costi, ma restiamo a casa nostra. Non possiamo mandare all'estero tutto: le aziende, la Fiat, e adesso pure la fiction».

    È vero che non le piace neanche di doversi scontrare con un'altra fiction? «Fosse per me questa contro-programmazione l'eliminerei: fa male agli spettatori. Però ci sta, sono rassegnato perfino a battermi con Le figlie dello Sbirro» contro I nipoti dei Cesaroni»: andiamo avanti. E se loro hanno preso un pullman che va in giro per Roma a pubblicizzare I Cesaroni, io m'affitterò una ape e proverò a lanciare Lo sbirro così. Però prometto: se vinciamo noi Francesco Arca, bellissimo, si spoglia al Circo Massimo nudo. Se perdiamo mi spoglio io al Circo Togni». Si dice che lei pensi di prodursi da solo le sue fiction? «Bugia. Non ho mogli né figli da mantenere: i soldi servono, ma non sono tutto. E non mi sposo. Sono un troglodita, un barbaro: non ho i-pod, non gioco su Internet, uso poco il cellulare». Si dice anche che, dopo anni di Rai, passerà a Mediaset? «Questo è vero. Per ora ci parliamo. Ma se Amendola e soci fanno ascolti troppo alti, lo giuro: resto in Rai. Ho un progetto da fare con Barzini, I giorni buoni, una storia di bambini strappati alla camorra. Se me lo fanno fare rimango».



    http://www3.lastampa.it/spettacoli/sezioni...lo/lstp/320402/
     
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2 replies since 6/9/2010, 15:54   1154 views
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