-
.carme XXX
Non pensi più agli amici Alfeno, di infedeltà ripaghi i tuoi fedeli, e di me, del tuo amico più caro la tua durezza non ha pietà? A tradirmi, a ingannarmi non hai esitato, crudele. Eppure il cielo e i suoi abitatori hanno in orrore il sinistro tradire degli uomini, e tu impassibile mi hai lasciato con i miei mali solo.Dimmi: che cosa può fare un uomo se in nessuno trova riposo? Proprio tu mi hai indotto, traditore, a darti tutto il mio cuore,a mettere la mia testa sul patibolo di un umano legame come lì fosse sicura. E adesso ti ritrai, e lasci che ritornino sul vento e sulle nubi nel seno del niente parole e azioni. Sia pure labile la tua memoria, la divina è buona e la Fede violata non perdona: punito un giorno tu sarai da lei.
Nel carme XXX Catullo si rivolge in prima persona all’amico Alfeno rimproverandolo d’infedeltà nei suoi confronti e ricordandogli la futura e certa punizione divina. Alfeno sembra indifferente e sprezzante della sofferenza e delusione dell’autore, e per questo viene definito “crudele” e “perfido”. Catullo, che si sente tradito nel suo intimo, affida con amarezza e disincanto ai venti e alle nuvole le azioni e le empie parole che lo illusero, affinché scompaiano. Il tema dell’ingratitudine viene ripreso anche in carmi successivi, come nel XXXVIII, in cui Catullo si sente tradito e abbandonato dall’amico Cornificio, nel momento più acuto della propria sofferenza.
Il carme presenta un ritmo concitato, conferito dalla ripetizione di “iam” nel secondo e terzo verso,come anche dall’uso di domande retoriche e dalla struttura prevalentemente coordinata.
Il coinvolgimento emotivo viene messo in risalto da duri e aspri termini con cui l’autore si rivolge direttamente all’amico, come “dure” e “perfide”al secondo e terzo verso, ma anche da diminutivi, come “amiculi”al secondo verso, che esprimono il passato e sincero affetto.
Il termine “Fides” alla fine del penultimo è posto in posizione di rilievo, ancora una volta a sottolineare l’importanza del patto di amicizia.
(Eseguito da Viviana Borin, Chiara Castelletti, Sabrina Galli)
. -
.
Dicevi di amare solo me,
una volta, e di non aver voglia, Lesbia,
neppure di Giove.
E io ti ho amato
non come tutti un'amante,
ma come un padre ama
ognuno dei suoi figli.
Ora so chi sei:
e anche se più intenso è
il desiderio ti sei ridotta
per me sempre più insignificante e vile.
Come mai, mi chiedi?
Queste offese costringono, vedi,
ad amare di più, ma con minore amore.. -
akane30 .
User deleted
Per molte genti
Per molte genti e molte acque di mare portato,
vengo, fratello, a queste esequie dolorose
per consegnarti l'estremo dono di morte
e invano parlare, alla tua muta cenere,
poi che la sorte te, proprio te, mi ha rapito,
ah infelice fratello, crudelmente strappatomi.
Ed ora queste offerte, che per l'antico costume
dei padri, ti reco, triste dono alle tombe,
accoglile, grondanti di molto pianto fraterno.
E per l'eternità addio, fratello, addio..
Gaio Valerio Catullo- Poesie |
ForumFree
ForumCommunity
BlogFree
Facebook Page
Inviaci una Email