CARNEVALE DI VIAREGGIO 2009

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  1. anto65
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    Sarà Burlamacco il protagonista indiscusso dell’edizione 2009 del Carnevale di Viareggio, la maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio creata da Uberto Bonetti nel 1930. Nell’anniversario dei cento anni della nascita del suo ideatore, Uberto Bonetti la Fondazione Carnevale rende omaggio al pittore futurista e grafico viareggino con il manifesto realizzato da Arnaldo Galli che racconta, attraverso immagini e colori, la fonte di ispirazione per quella che dal 1931 diventerà la maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio.
    Arnaldo Galli, carrista tra i primatisti, oggi ottantaduenne che realizza carri dall’età di otto anni e che nella sua carriera di costruttore del Carnevale di Viareggio ha collezionato la cifra record di 20 premi, sintetizza nel suo manifesto l’dea che ha ispirato Bonetti, suo grande amico, nella creazione di Burlamacco. Bonetti, dice Arnaldo Galli, mi raccontava che l’idea del nome della maschera nasce dalla fusione di due parole del linguaggio cittadino, la “burla” carnevalesca e il Burlamacca, il canale che costeggia il molo della città, due simboli della storia di Viareggio.

    Il presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio, Giovanni Maglione esprime grande soddisfazione
    ”siamo onorati che Arnaldo Galli abbia voluto accettare l’incarico proposto dalla Fondazione di realizzare il manifesto del Carnevale di Viareggio 2009. Abbiamo chiesto all’amico, carrista e poliedrico artista Arnaldo Galli di realizzare il manifesto ufficiale perché convinti che attraverso Arnaldo Galli, saremmo riusciti ad interpretare nel miglior modo possibile la riconoscenza della nostra città e di tutto il mondo del carnevale a Bonetti per averci regalato nel 1930 il nostro amato Burlamacco.
    L’incarico ad Arnaldo Galli oltre all’omaggio a Bonetti vuole anche essere la più viva testimonianza dell’ ammirazione ed apprezzamento che la Fondazione e la città di Viareggio tutta hanno per la creatività, la fantasia la maestria dei nostri artisti della cartapesta, che ogni anno ci regalano gli straordinari carri allegorici vero e proprio orgoglio del Carnevale di Viareggio.”

    Un omaggio alla storia della manifestazione viareggina ed alla sua più radicata tradizione, quello della Fondazione Carnevale attraverso il manifesto 2009, la valorizzazione della sua bellissima maschera che identifica da 78 anni la manifestazione. Attraverso Burlamacco, il Carnevale di Viareggio è rappresentato anche in alcuni dei più importanti Musei antropologici quali il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma sin dal dicembre 1988 ed al Museo dell’Uomo di Parigi dagli anni ’70.
    Da sempre una icona per i collezionisti, il manifesto oltre alla valenza di strumento di promozione ha punteggiato e connotato la storia della manifestazione viareggina.
    Da Bonetti a Folon, a Sergio Staino, Arnaldo Pomodoro, Lorenzo Mattotti, Chiara Rapaccini, ecc. raffinati illustratori ed artisti di fama si sono cimentati nella realizzazione di questo affascinante documento di promozione di cui la Fondazione possiede l’intera collezione.

    La presentazione del manifesto ufficiale del Carnevale di Viareggio è l’atto con cui Viareggio entra nel vivo della preparazione della sua più importante manifestazione e lo strumento principale per promuovere in tutto il mondo il calendario dei 5 grandi corsi mascherati 8-15-22-24 febbraio e 1° marzo 2009. Il manifesto ufficiale del Carnevale di Viareggio 2009 sarà infatti utilizzato per la campagna affissioni pluriregionale che la Fondazione sta programmando, oltre che rappresentare l’immagine del Carnevale nelle più interessanti fiere turistiche del mondo.


    CARRI PRIMA CATEGORIA
    di Alessandro Avanzini


    Migranti



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    Affronta un tema assolutamente nuovo e delicato per il Carnevale di Viareggio il costruttore Avanzini: l’immigrazione clandestina.

    Una vera e propria emergenza dei nostri tempi che provoca, purtroppo, numerosi morti, come testimoniano le cronache quotidiane. La costruzione porterà in scena un gigantesco relitto, grande quanto la piattaforma del carro. Sulla parte anteriore una figura longilinea: rappresenterà una sorta di Caronte che traghetta la malconcia imbarcazione verso mete non definite. A bordo del relitto troveranno posto i figuranti che, con costumi e coreografie particolari, rappresenteranno lo stato d’animo dei migranti.



    di Massimo Breschi


    Vedo, prevedo e stravedo


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    La satira è quella politica, ma al centro del carro non c’è il governo di turno. La protagonista della costruzione è una gigantesca chiromante che, nel bel mezzo della bufera politica tra il governo di centrodestra e quello ombra di centrosinistra, si mette a fare le previsioni sul destino dell’Italia. E le preveggenze sono tutt’altro che rosee.


    “Vedo l’Italia spezzata da mille problemi, vedo un paese condannato alla disperazione, vedo gli italiani in un grande calderone”, sembra dire la maga che non lesina critiche al “re” al comando che – dice – è “piccolo, nudo e se ne infischia” del regno.



    di Gionata Francesconi


    Il potere logora chi non ce l’ha


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    titolo prende in prestito una frase diventata celebre detta dal politico più attivo del Belpaese: Giulio Andreotti. Il divo Giulio, dopo anni di oblio torna ad essere assoluto protagonista di una costruzione allegorica. E Gionata Francesconi, l’autore del carro, torna a cimentarsi nella satira politica, dopo alcuni esperimenti di diversi anni fa.

    Ma perché prendersela con il sette volte presidente del Consiglio? Perché “lui c’è ancora”. “E’ nascosto dietro mucchi di vecchi mobili, sedie, specchiere, armadi e tanti altri orpelli”, ma c’è ancora, ammonisce il costruttore. Come per dire: sono trascorsi tanti anni dal suo ultimo incarico, si è passati dalla Prima alla Seconda e anche alla Terza Repubblica, però, lui, è sempre lì. “Ma è vero o un clone?” viene da domandarsi.


    di Gilbert Lebigre e Corinne Roger


    Quelli che ben pensano… per gli altri


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    Oche e torri. Un’accoppiata inedita sul carro proposto dalla Compagnia del Carnevale. La costruzione vedrà sfilare giganteschi manufatti circolari, vere e proprie torri, di accumuli di oggetti, innalzate da personaggi senza identità, replicanti di se stessi, che, offuscati dall’oblio del consumismo pensano solo all’aumento del volume delle torri.

    Sulle pareti di queste costruzioni, tanti occhi in bassorilievo e oggetti di varie forme e dimensioni. In cima alle torri si agiteranno manichini fatti di cartapesta e di materiale riciclato. Oltre ad essi diverse sculture di personaggi intenti a guardare la tv. In mezzo a questo scenario irrompe un curioso branco di oche starnazzanti, pronte a beccare tutto quello che trovano. Anche per questa costruzione dei coniugi Lebigre ci sarà la collaborazione degli studenti dell’Istituto d’Arte “Stagi” di Pietrasanta


    di Franco Malfatti


    L’isola misteriosa


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    Il fascino di ciò che è misterioso ha sempre attratto l’uomo, che ha sempre cercato di conoscere ciò che non si rivela. Ebbene, questa pulsione umana verso l’ignoto Malfatti la riassume un’isola dominata da una creatura superba. Essa è la rappresentazione della forza brutale e irrefrenabile, ma fondamentalmente vitale, della natura.

    Questa figura viene rappresentata sul carro da un grosso gorilla. Egli è il cuore della giungla e lì deve rimanere perché possa continuare a pulsare. Perchè il mistero non deve essere svelato, altrimenti fa perdere all’uomo lo stimolo alla fantasia.


    di Alfredo Ricci


    E… lecca… lecca… la vacca mangiò il vitello


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    La costruzione è una pungente satira sulla situazione economica, oltre che politica, dell’Italia. Al centro del carro è posizionata una enorme vacca che rappresenta la nostra Repubblica. E’ lì sprofondata in una gigantesca e traballante poltrona dorata.

    Se ne sta con la lingua di fuori, protetta da due corazzieri. Avrebbe una gran voglia matta di leccare il proprio vitellino, che in questo caso rappresenta il popolo italiano, del quale però è rimasto solo lo scheletro penzolante. Non c’è più altro da leccare. Oggi – ammonisce il costruttore – dobbiamo pagare per qualsiasi cosa e il povero popolo italiano è ridotto all’osso.


    di Renato Verlanti e fratelli Bonetti


    Tributo a Uberto Bonetti: cento anni da ricordare


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    La costruzione è un chiaro e doveroso omaggio al papà di Burlamacco. Ma non solo, perché il carro vuole rendere il giusto riconoscimento, anche attraverso la cartapesta, all’abile futurista e caricaturista quale fu Uberto Bonetti.

    L’artista ha lasciato indubbiamente alla città un grande patrimonio. Il carro vuole riassumere, come solo una costruzione allegorica può fare, questa grande realtà artistico-culturale.

    da: www.viareggio.ilcarnevale.com

     
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  2. anto65
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    Il carnevale dei Rioni e le feste rionali, Carnevaldarsena, Croce Verde, Marco Polo, Torre del Lago

    La formazione in Viareggio dei rioni risale all'Ottocento, quando le corporazioni artigiane si raggrupparono nelle Leghe operaie, segnando le zone cittadine a seconda dello sviluppo delle diverse tipologie di lavoro. Su qualche carro di fine secolo è rintracciabile l'esaltazione di alcune attività tipicamente viareggine legate alla cantieristica, ma anche di altre connesse alla fabbricazione del vasellame e della paglia per la quale i Borboni istituirono perfino una scuola. E' soltanto di questo secolo la suddivisione della città in quartieri e l'informazione arriva proprio dal Carnevale. Nel 1949 i carri ebbero un riferimento rionale ed i rioni di Viareggio si chiamarono San Martino, Firenze, Piazzone, Marco Polo, Grillo, Baffini, Quattro venti, Volano, Alceo e Darsena. Oggi la denominazione dei rioni trae l'etimologia o da un antico appellativo del luogo, o dall'ubicazione urbanistica, o da una strada. Le feste rionali dei carnevale iniziarono negli Anni Settanta.
    1970: L'insegna di "Rione pioniere"spetta alla Darsena che programmerà l'anno dopo una grandiosa festa notturna di Carnevale. La molla che fece scattare il programma di un "Carnevale darsenotto" fu l'ubicazione del quartiere portuale sulla riva sinistra del Canale Burlamacca. Gli abitanti, o una cospicua autorevole parte di loro, consideravano il corso mascherato sui viali a mare come una manifestazione della città sulla riva opposta: troppo "lontano" il corso coi carri per l'"altra" Viareggio, la Viareggio del porto! Da tempo, del resto, la Darsena aveva imboccato la strada di contare di più nel contesto della città, con la promozione di gare e feste in estate. Fra l'altro aveva aperto una competizione con Camogli sulla dimensione dei padellone per la frittura del pesce durante una festa all'aperto.
    1971: Il 10 gennaio i rappresentanti del rione ebbero un incontro in Via Saffi con il Comitato Carnevale. Il giorno prescelto per la serata carnevalesca in Darsena fu il Marted" Grasso, dopo il corso di chiusura coi fuochi artificiali e il falò sul litorale. Le due strade longitudinali al Canale Burlamacca, la Via Michele Coppino e la Via Paolo Savi, si riempirono di banchetti gastronomici, di cucine per il pesce, di botti coi vino da spillare, di pedane con le orchestre; ci furono una sfilata di carri e mascherate che partì dalla piazza della stazione vecchia e un concorso denominato "Balconi folli", cui presero parte tutte le abitazioni sulle due strade della festa; una marea di gente mangiò, bevve, ballò fino a notte inoltrata. A ll'indomani della prima festa rionale in Darsena, il Comitato elogi~ ufficialmente "L'ammirevole spirito d'iniziativa degli organizzatori" per "la realizzazione di un progetto da lungo tempo allo studio ed esaltò il significato genuino di u festa interprete del Carnevale, nato e sostenuto dal popolo. Alla faccia della retorica! Fu comunque il segno che la festa di Darsena avrebbe avuto il sostegno del Comitato. E non solo quella. Il Comitato, infatti, sollecitò altre zone cittadine a darsi una connotazione rionale e ad imitare la Darsena.
    1972: L'invito dei Comitato fu accolto da Rione Vecchia Viareggio, attraversato dalla Via Regia, dove, quasi un secolo prima, nacquero i corsi mascherati. Le serate rionali fu rotto quattro, perchè la Darsena ne programmò tre consecutive, dalla domenica al Martedì Grasso; la Vecchia Viareggio scelse la sera del Giovedì Grasso, riservando il pomeriggio a una festa per i ragazzi sotto la Torre Matilde. La Darsena per la sua "trettrè" coniò il nome di " Carnevaldarsena" e dal sostantivo rione estrasse la radice "rio" per inventare una sorta di Carnevale carioca. Sostituì, fra l'altro, i nomi delle strade come Via Coppino, Via Savi, ecc... con altri, tipo Avenida Buonumore, Avenida Allegria, ecc 1973: Nell'anno del Centenario i rioni salirono a cinque. Alla Darsena e alla Vecchia Viareggio si aggiunsero il Centro, il Marco Polo, la Cittadella. Quest'ultimo, per celebrare i cento anni di Carnevale, consegn~ a tutti i carristi una medaglia d'oro.
    1974: Il rione Cittadella, compreso nella zona oltre l'Aurelia, prossima ai capannoni, fu assorbito dal Rione Marco Polo. Anche Torre promosse una serata di Carnevale, inserendosi cos" nel programma delle feste rionali.
    1975: Annunciarono serate di festa anche i Rioni "La Buriana" e "I Quattro Venti", scegliendo di collocare il centro della festa, "La Buriana", all'incrocio di Via Leopardi e Via Rosmini, "IQuattro venti", all'incrocio di Via Leonardo e Via Fratti. Con il Terminetto i rioni salirano a otto. Le feste di Darsena furono disturbate da alcune esplosioni. La sera del 12 febbraio due bombe deflagrarono nelle vicinanze della Canottieri Berchielli, all'angolo di Via Coppino con la Via Menini. Un terzo botto fu udito dalle parti del Marco Polo: un ordigno era esploso nella Pineta di Ponente. In effetti fu l'intero Carnevale ad essere molestato dalle bombe: davanti alla sede di alcuni partiti di sinistra, nei pressi delle abitazioni di due esponenti politici, all'interno di una cabina del telefono. La città fu turbata anche da un volantinaggio notturno, firmato "Ordine Nuovo".
    1976: I Rioni "La Buriana" e "I Quattro venti" non programmarono la festa e il Terminetto fu sostituito, meglio fu assorbito, dalla Migliarina. Sei quindi i rioni, ma ciascuno con almeno due serate.
    1977: Spuntò il Rione Mare (Passeggiata). Si risvegliarono "La Buriana" e "I Quattro Venti". Ci fu una vera esplosione di feste; ogni rione, a parte la Darsena, che dal 1972 continuò a programmare la "trettrè" mise in calendario due serate.
    1978: Fu l'ultimo anno de "La Buriana". In totale le serate rionali furono diciassette! 1981: Con il Varignano e il Comparini i rioni salirono a dieci e le feste serali furono una ventina; in pratica coprirono tutto il periodo del Carnevale, dalla domenica di apertura al Martedì grasso.
    1982: I dieci rioni viareggini formarono una squadra di calcio, che li rappresentò in un incontro allo Stadio dei Pini contro la Nazionale cantanti. La Rappresentativa dei Rioni vinse per 3 a 1.
    Toccato il vertice della partecipazione dei rioni alle feste serali nel 1983, l'anno dopo ebbe inizio la parabola discendente.
    1984: Il primo forfait venne dalla Migliarina.
    1985: Sparì il Rione "I Quattro Venti" e tornò a programmare una serata il Rione Migliarina.
    1986: La Migliarina scomparve di nuovo e rinunciò alla festa anche il Rione Comparini.
    1987: La Croce Verde organizzò una festa serale in sostituzione dei Rione Centro.
    1988: Si ritirò anche il Rione Mare.
    1989: Il Rione Varignano fu l'ultimo della periferia ad abolire la festa serale.
    1990: I rioni superstiti furono la Darsena, la Vecchia Viareggio, il Marco Polo. Più Torre del Lago. Più la Croce Verde. Il Rione Darsena programmò quattro serate per festeggiare il Ventennale.
    1991: Soltanto il Rione Darsena continuò a programmare le serate di Carnevale: quattro, come l'anno prima. La Migliarina, fuori gioco per le feste rionali, si propose per organizzare un pomeriggio dedicato al Carnevale dei ragazzi il Giovedì Grasso.
    1992: Uscì dal calendario delle feste rionali anche la Darsena. Dopo più di un ventennio fu il primo anno senza il Carnevale dei rioni. Le feste rionali furono surrogate dalla Fondazione con un programma di balli in piazza, organizzati dalla Videomusic. Dopo Carnevale i rioni, per poter affrontare con la Fondazione un discorso di riorganizzazione delle feste serali, si riunirono in un organismo denominato "Assorioni". A presiederlo fu chiamato Alessandro Torcigliani.
    1993: L'Assorioni raggiunse un'intesa con il Commissario regionale della Fondazione per programmare dieci feste serali: quattro, promosse dalla Darsena, e due ciascuno dalla Vecchia Viareggio, dal Marco Polo e dalla Croce Verde. In vista del Carnevale 1994 il presidente Torcigliani lasciò il ruolo a Maurizio Giani.





     
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  3. anto65
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    PRIMA DOMENICA DI CARNEVALE 8 FEBBRAIO 2009

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    RETRO DEL CARRO CON LE OCHE


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    HO FATTO LE FOTO CON IL CELL. SPERO DOMENICA CI SIA IL SOLE,COSI' I COLORI SARANNO MIGLIORI.
     
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  4. anny#
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    bellissime anto....nella penultima foto mi senbra di vedere uno di nostra conoscenza!! :rolleyes: :IHIHIHI: che ci faceva li??? :risata:
     
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  5. anto65
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    L'avranno affittato per il carnevale!!! :IHIHIHI: :IHIHIHI:
     
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  6. anto65
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    LA COSTRUZIONE DEI CARRI







    PRONTI VIA, SI SFILA!!!

     
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    Super!

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    Viareggio: prima sfilata di carnevale



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    Prima sfilata dei carri alla 136ma edizione del carnevale di Viareggio (Franco Silvi/Ansa)





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    Il carro con Barack Obama (Franco Silvi/Ansa)





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    Un carro raffigurante Silvio Berlusconi (Franco Silvi/Ansa)





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    Un carro raffigurante Giulio Andreotti (Franco Silvi/Ansa)





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    Un carro raffigurante Umberto Bossi (Franco Silvi/Ansa)






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    Un carro raffigurante Silvio Berlusconi (Franco Silvi/Ansa)





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    Un carro raffigurante Bruno Vespa (Franco Silvi/Ansa)





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    Un carro raffigurante Barack Obama (Franco Silvi/Ansa)





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    Un carro raffigurante Giulio Andreotti (Franco Silvi/Ansa)







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    Un carro raffigurante Silvio Berlusconi (Franco Silvi/Ansa)







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    Un carro raffigurante Giulio Andreotti (Fabio Muzzi/Afp)



     
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  8. anto65
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    SECONDO CORSO 15/02/09

     
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  9. anto65
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    Viareggio e il Carnevale / Coriandoli in note: come la cultura popolare diverte e fa Storia




    Uno spettacolo di non professionisti che ha molto da insegnare anche a chi di musica e teatro ha fatto un mestiere. Ma c’è di più nell’allestimento “Coriandoli in note” di Franco Anichini e Bianca Maria Scirè, andato in scena al Teatro Jenco di Viareggio. Protagonisti la Corale Giacomo Puccini diretta dal Maestro Marco Trasatti, uno splendido video con immagini d’epoca del Carnevale e di Viareggio, le letture di Lidia Cerri e Rodolfo Martinelli. Uno spettacolo che ha come filo conduttore le canzonette del Carnevale e che racconta con grazia e sentimento la storia dei corsi mascherati e la storia di Viareggio. Brevi cenni di cronaca inquadrano i periodi: dall’Italietta alle guerre, dalla ricostruzione all’irruenza degli anni Settanta, fino ad oggi. A queste letture, perfettamente ritmate, leggere pur nella puntualità dell’informazione, si alternato le mitiche canzonette interpretate con passione dalla Corale Puccini e accompagnate dalla musica dal vivo di Riccardo Puccetti, Pietro Castellari, Angela Tofanelli (che sax!), Marco Del Pistoia.

    Sullo schermo Viareggio color seppia, poi a colori, le immagini più festose e quelle più crude. Si realizza così l’intelligenza di saper raccontare la cultura popolare che approda alla Storia, la sensibilità nel cogliere il passato nel suo valore presente, quello che rappresenta oggi per i viareggini, quelli più adulti commossi per quella fanciullezza che non ripasserà, e quelli giovanissimi che ancora nulla sanno della loro città e che invece in questo modo sono pronti ad ascoltare e a imparare, assai più che su un libro di scuola.

    Davvero ha fatto molto bene la Fondazione Carnevale a credere in questo progetto e vogliamo sperare che il presidente Giovanni Maglione, presente alla serata, si sia convinto che uno spettacolo come questo è altamente qualificante per il Carnevale e per l’intera città: bisogna replicarlo, bisogna portarci le scuole e bisogna farne un DVD perché comunque tutti a Viareggio, ma non solo a Viareggio, abbiano la possibilità di vederlo e di goderne. Come ha fatto il numerosissimo ed entusiasta pubblico dell’altra sera.

    Pubblicato da Rossella Martina
     
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  10. anto65
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    Il carnevale di Columbro:
    "Un'emozione unica"



    Chissà cosa ne penserebbero in Fondazione, se sapessero che l’attività preferita del ventenne Marco Columbro (nella foto) era quella di riuscire ad entrare gratis al Carnevale di Viareggio. Scavalcando le transenne sul mare, ovviamente, e finendo non poche volte per bagnarsi le scarpe.



    A raccontarlo, in uno dei tanti aneddoti, è stato ieri lo stesso attore e conduttore viareggino che, insieme al ct della nazionale Marcello Lippi, è stato ospite di Burlamacco per tutta la durata della diretta Rai. Diretta che, complice il bel tempo e il clima non troppo freddo, ha attirato in piazza Mazzini una vera folla di curiosi ed ha lasciato decisamente soddisfatti ospiti e organizzatori.



    Per il ct azzurro si è trattato della seconda volta come special guest in questo Carnevale 2009, dopo il brindisi di domenica con Stefania Sandrelli. Columbro invece ha fatto il suo ritorno dopo ben due anni di lontananza: "Sono veramente contento di aver potuto partecipare - ha spiegato - dato che spesso gli impegni teatrali me lo impediscono. Tornare a Viareggio, specie in questo periodo di festa, mi ricorda sempre gli anni che ho passato in città prima di partire per Milano".



    Ricordi che, strappati all’attore tra una foto con un bambino e una stretta di mano ad un turista, vanno dal Carnevale degli anni ’60, "che era molto più violento, con i manganelli che finivano sempre per prendere di mira le ragazze", agli incontri romantici in passeggiata o in pineta, "che, se ci portavi una ragazza, l’atmosfera era talmente bella che ti ci fidanzavi di sicuro", dall’ "orgoglio di riuscire a entrare gratis allo stadio" o, come già detto, al Carnevale, alle passeggiate sulla spiaggia in autunno con il mare in tempesta.



    "Trascorrere qui infanzia e adolescenza - ha concluso - è stato un imprinting importante, che mi fa sempre ricordare con affetto la città". Città che, comunque, potrebbe essere valorizzata un po’ meglio: "La prima cosa da fare - ha spiegato - sarebbe quella di rimettere a nuovo le pinete, oggi del tutto abbandonate. Poi, costruire un vero teatro, arricchire l’offerta invernale e valorizzare gli aspetti culturali di Viareggio. Anche sul Carnevale si potrebbe investire in termini di divulgazione sui media, istituendo un gruppo di lavoro che se ne occupi per tutto l’anno e che instauri collaborazioni anche all’estero: quello di Viareggio è un Carnevale di vera arte, una manifestazione sì culturale ma anche altamente popolare, al contrario di quello di Venezia: un evento unico nel suo genere che deve essere assolutamente valorizzato".



    Infine, la sua hit parade dei carri, "tutti di altissimo livello come non si vedeva da anni", ha concordato con Lippi, vede sul podio Avanzini seguito da Malfatti e Roger-Lebigre, per un corso che, assicura, "è stato davvero di alto livello".

    Francesca Bernardini

     
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  11. !Morwen!
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    Bellissime queste foto! Mi piace molto il carro dedicato a Berlusconi(quello che ricorda certa architettura del ventennio fascista)
    Siete di Viareggio o ci siete andati?
     
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  12. anto65
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    CLASSIFICA CARRI DI PRIMA CATEGORIA CARNEVALE 2009

    1° CLASSIFICATO
    MIGRANTI DI ALESSANDRO AVANZINI



    2à CLASSIFICATO
    QUELLI CHE BEN PENSANO PER GLI ALTRI



    3° CLASSIFICATO
    L'ISOLA MISTERIOSA DI FRANCO MALFATTI
    GUEST STAR "CELTICO" :ahahah:


     
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  13. anny#
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    grazie anto....a me piaceva molto quello delle oche...bellissimo!!

    mi spiace per celtico.. anche questa volta non è riuscito a salire sul gradino più alto :IHIHIHI:
     
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12 replies since 13/1/2009, 09:13   2668 views
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