Venti Poesie d'Amore e una Canzone disperata...Pablo Neruda

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    Venti poesie d'amore
    e una canzone disperata



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    Venti poesie d’amore e una canzone disperata è il primo libro di Neruda, pubblicato nel 1924 a soli vent’anni. E’ un libro in cui si manifesta una sensualità molto accentuata, una sensualità disperata, in cui s’invoca la donna.

    ADORO NERUDA,DA QUANDO HO INIZIATO IN TENERISSIMA ETA' A CONOSCERE LA POESIA, CHE AMO E CHE SENTO NELL'ANIMA.

    Edited by belias94 - 13/6/2016, 13:37
     
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    "Venti poesie d'amore e una canzone disperata"



    Quasi fuori dal cielo ormeggia tra due montagne la metà della luna.
    Roteante, vagabonda notte, quella che scava gli occhi.
    Chissà quante stelle triturate nella pozzanghera!
    Fa una croce a lutto tra le mie ciglia, fugge.
    Fucina di metalli azzurri, notti di lotte silenziose,
    il mio cuore gira come un volano impazzito.
    Bimba venuta da lontano, da tanto lontano qui condotta,
    folgora a volte il suo sguardo sotto il cielo.
    Piagnisteo, tempesta, mulinello di furia,
    incrocia sul mio cuore senza fermarti.
    Vento dei sepolcri, travolge, distruggi disperdi la tua radice sonnolenta.
    Sradica i grandi alberi sulla sua opposta riva.
    Eppure tu, bimba chiara, domanda di fumo, spiga.
    Era colei che formava il vento con foglie brillanti.
    Oltre le montagne notturne, giglio bianco d'incendio,
    oh nulla posso dire! Era fatta di tutte le cose.
    Angoscia che mi hai aperto il petto a coltellate,
    è ora di seguire un'altra strada, dove lei non sorrida.

    Temporale che ha sepolto le campane, torbido fermento di burrasche
    perché toccarla ora, perché intristirla?

    Ah seguire il cammino che si allontana da tutto,
    dove non stia già aspettando l'angoscia, la morte, l'inverno
    con i suoi occhi tra la rugiada.

    --------------------------------------------------------------------------------

    Per il mio cuore basta il tuo petto,
    per la tua libertà bastano le mie ali.
    Dalla mia bocca arriverà fino al cielo
    ciò che stava sopito sulla tua anima.
    È in te l'illusione di ogni giorno.
    Giungi come la rugiada sulle corolle.
    Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
    Eternamente in fuga come l'onda.

    Ho detto che cantavi nel vento
    come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
    Coem quelli sei alta e taciturna.
    E di colpo ti rattristi, come un viaggio.

    Accogliente come una vecchia strada.
    Ti popolano echi e voci nostalgiche.
    Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
    gli uccelli che dormivano nella tua anima.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Sto segnando da tempo con croci di fuoco
    l'atlante bianco del tuo corpo.
    La mia bocca era un ragno che passava nascondendosi.
    In te, dietro te, timorosa, assetata.
    Storie da raccontarti sulla sponda della sera,
    perché tu non sia triste, bambola triste e dolce.
    Un cigno, un albero, qualcosa che è lontano e gioioso.
    La stagione dell'uva, la stagione matura e piena di frutti.

    Io che ho vissuto in un porto e da lì ti amavo.
    La solitudine solcata di sogno e di silenzio.
    Rinchiuso tra il mare e la tristezza.
    Silenzioso, delirante, tra due gondolieri immobili.

    Tra le labbra e la voce, qualcosa va morendo.
    Qualcosa che ha ali d'uccello, fatto d'angoscia e d'oblio.
    Così come e reti non trattengono l'acqua.
    Bambola mia, restano solo gocce tremanti.
    Eppure, qualcosa canta tra queste parole fugaci.
    Qualcosa canta, qualcosa sale fino alla mia avida bocca.
    Oh poterti celebrare con tutte le parole della gioia.
    Cantare, bruciare, fuggire, come un campanile nelle mani di un folle.
    Mia triste tenerezza, in cosa muti all'improvviso?
    Quando o raggiunto il vertice più ardito e freddo
    il mio cuore si chiude come un fiore notturno.

    --------------------------------------------------------------------------------

    Giochi tutti i giorni con la luce dell'universo.
    Esile visitatrice, tu giungi nel fiore e nell'acqua.
    Sei più di questa testolina bianca che stringo
    Come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
    Non assomigli più nessuna da quando ti amo.
    Lasciati distendere tra ghirlande gialle.
    Chi scrive il tuo nome con lettere di fumo tra le stelle del sud?
    Ah lasciati ricordare com'eri allora, quando ancora non esistevi.

    D'un tratto il vento ulula e colpisce la mia finestra chiusa.
    Il cielo è una rete stracolma di pesci d'ombra.
    Qui convergono tutti i venti, tutti.
    La pioggia si spoglia.

    Passano uccelli in fuga.
    Il vento. Il vento.
    Io posso contrastare solo la forza degli uomini.
    Il temporale travolge in mulinelli fogli scure
    e scioglie tutte le barche ormeggiate ieri sera nel cielo.

    Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
    Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.
    Raggomitolati accanto a me come se avessi paura.
    Eppure, talora, un'ombra strana ti è passata negli occhi.

    E ora, anche ora, piccola, mi porti rami di caprifoglio,
    e persino i tuoi seni profumano.
    Mentre galoppa il vento triste uccidendo farfalle
    io ti amo e la mia felicità morde la tua bocca di prugna.

    Quanto ti sarà costato abituarti a me,
    alla mia anima solitaria e selvaggia, al mio nome che tutti evitano.
    Tante volte abbiamo visto splendere l'astro baciandoci gli occhi
    e piegarsi sul nostro capo i crepuscoli in ventagli giranti.
    Le mie parole ti sono piovute addosso come carezze.
    Amo da tempo ormai il tuo corpo di madreperla assolta.
    Ti credo persino signora dell'universo.
    Ti porterò dai monti fiori allegri, copihue,
    nocciole scure e ceste silvestri di baci.

    Voglio fare con te
    Quello che la primavera fa con i ciliegi.
    <p align="center">


    [/color]
    [color=green]
    ---------------------------------------------------------------------------------

    <p align="center">Mi piaci quando taci perché sei come assente,
    e mi ascolti da lontano, e la mia voce non ti tocca.
    Sembra che si siano dileguati i tuoi occhi
    e che un bacio ti abbia chiusa la bocca.
    Siccome ogni cosa è piena della mia anima
    tu emergi dalle cose, piena dell'anima mia.
    Farfalla di sogno, assomigli alla mia anima,
    e assomigli alla parola malinconia.

    Mi piaci quando taci e sei come distante.
    Sembri lamentarti, farfalla che tuba.
    E mi ascolti da lontano e la mia voce non ti giunge:
    lascia che io taccia con il silenzio tuo.

    Lascia che ti parli anche con il tuo silenzio
    chiaro come una lampada, semplice come un anello.
    Sei come la notte, silenziosa e stellata.
    Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

    Mi piaci quando taci perché sei come assente.
    Distante e dolorosa come se fossi morta.
    Poi basta una parola, un sorriso.
    E sono felice, felice che non sia vero.

    --------------------------------------------------------------------------------

    Edited by belias94 - 13/6/2016, 13:38
     
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    Nel mio cielo al crepuscolo sei come una nube
    e il tuo colore e la tua forma sono come li voglio.
    Sei mia, sei mia, donna dalle dolci labbra,
    e nella tua vita vivono i miei sogni infiniti.
    La lampada della mia anima ti fa arrossare i piedi,
    il mio aspro vino è più dolce sulle tue labbra:
    oh mietitrice del mio canto serale,
    quanto ti sentono mia i miei sogni solitari!

    Sei mia, sei mia, vado gridando nella brezza
    della sera, e il vento travolge la mia voce vedova.
    Cacciatrice del fondo dei miei occhi, il tuo bottino
    ristagna come l'acqua il tuo sguardo notturno.

    Nella rete della mia musica dei prigioniera, amore mio,
    e le mie reti di musica sono grandi come il cielo.
    La mia anima nasce sulla sponda dei tuoi occhi di lutto.
    Nei tuoi occhi di lutto inizia il paese del sogno.


    --------------------------------------------------------------------------------
    Pensando, intrecciando ombre nella solitudine profonda.
    Persino tu sei lontana, oh, più lontana di tutti.
    Pensando, liberando uccelli, dileguando immagini,
    sotterrando lampade.
    Campanili di nebbie, così distante, lassù in alto!
    Soffocando lamenti, macinando oscure speranze,
    silenzioso mugnaio,
    la notte cade bocconi ai tuoi piedi, lontano dalla città.
    La tua presenza mi è estranea, curiosa come quella di un oggetto.
    Penso, cammino a lungo, la mia vita prima di te.
    La mia vita prima di tutti, la mia ruvida vita.
    Il grido di fronte al mare, tra le pietre,
    che corre libero, folle, nel vapore del mare.
    La furia triste, il grido, la solitudine del mare.
    Straripante, violento, teso verso il cielo.

    Tu, donna, che cos'eri lì, quale piega, quale stecca
    di quell'immenso ventaglio? Eri lontana come ora.
    Incendio nel bosco! Arde in croci azzurrine.
    Arde, arde, infiamma, sfavilla in alberi di luce.
    Crolla, crepita. Incendio. Incendio.
    E la mia anima balla ferita da trucioli infuocati.
    Chi chiama? Quale silenzio popolato di echi?
    Ora della nostalgia, ora della gioia, ora della solitudine,
    ora mia tra tutte!
    Conchiglia in cui il vento passa cantando.
    Tanta passione di pianto avvinghiata al mio corpo.

    Sussulto di tutte le radici,
    assalto di tutte le onde!
    Girava, allegra, triste, interminabile, la mia anima.

    Pensando, sotterrando lampade nella solitudine profonda.
    Chi sei tu, chi sei?


    --------------------------------------------------------------------------------
    Qui ti amo.
    Tra i pini scuri si srotola il vento.
    Brilla fosforescente la luna su acque erranti.
    Passano giorni uguali, inseguendosi l'un l'altro.
    Si dirada la nebbia in figure danzanti.
    Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
    A volte una vela. Alte, alte stelle.

    O la croce nera di una nave.
    Solo.
    A volte mi alzo all'alba e persino la mia anima è umida.
    Suona, risuona il mare lontano.
    Questo è un porto.
    Qui io ti amo.

    Qui io ti amo e invano l'orizzonte ti occulta.
    Ti sto amando anche in mezzo a queste cose fredde.
    A volte vanno i miei baci su quelle navi gravi,
    che corrono sul mare dove non arriveranno.
    Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.

    Sono più tristi le banchine quando ormeggia la sera.
    Si stanca la mia vita inutilmente affamata.
    Amo quel che non ho. Tu sei così distante.
    La mia noia lotta con lenti crepuscoli.
    Ma poi giunge la notte e inizia a cantarmi.
    La luna proietta la sua pellicola di sogno.

    Mi guardano con i tuoi occhi le stelle più grandi.
    E poiché io ti amo, i pini nel vento
    vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie metalliche.


    --------------------------------------------------------------------------------
    Bimba bruna e flessuosa, il sole che fa la frutta,
    quello che riempie il grano, quello che piega le alghe,
    ha fatto il tuo corpo allegro, i tuoi occhi luminosi
    e la tua bocca che ha il sorriso dell'acqua.
    Un sole nero e ansioso si attorciglia alle matasse
    della tua nera chioma, quando allunghi le braccia.
    Tu giochi con il sole come un ruscello
    e lui ti lascia negli occhi due piccoli stagni scuri.

    Bimba bruna e flessuosa, nulla mi avvicina a te.
    Tutto da te mi allontana, come dal mezzogiorno.
    Sei la delirante gioventù dell'ape,
    l'ebbrezza dell'onda, la forza della spiga.

    Eppure il mio cuore cupo ti cerca,
    e amo il tuo corpo allegro, la tua voce disinvolta e sottile.
    Farfalla bruna dolce e definitiva
    come il campo di grano e il sole, il papavero e l'acqua.


    --------------------------------------------------------------------------------
    Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
    Scrivere, per esempio: «La notte è stellata, e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza.»

    Il vento della notte gira nel cielo e canta.

    Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
    Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.

    In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
    L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

    Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
    Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

    Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
    Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.

    Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza lei.
    E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.

    Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
    La notte è stellata e lei non è con me.

    Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
    La mia anima non si rassegna d'averla persa.

    Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
    Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

    La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
    Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.

    Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
    La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

    D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
    La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

    Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
    È così breve l'amore e così lungo l'oblio.

    E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
    la mia anima non si rassegna d'averla persa.
    Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
    e questi gli ultimi versi che io le scrivo.


    --------------------------------------------------------------------------------
    Emerge il tuo ricordo dalla notte in cui sono.
    Il fiume congiunge al mare il suo lamento ostinato.
    Abbandonato come le banchine all'alba.
    È l'ora di partire, oh abbandonato!

    Piovono sul mio cuore fredde corolle.
    Oh sentina di macerie, feroce covo di naufraghi!

    In te si accumularono le guerre e i voli.
    Da te spiegarono le ali gli uccelli del canto.

    Tutto hai inghiottito, come la lontananza.
    Come il mare, come il tempo. Tutto in te fu naufragio!

    Era l'ora felice dell'assalto e del bacio.
    L'ora dello stupore che splendeva come un faro.

    Ansia di timoniere, furia di palombaro cieco,
    torbida ebbrezza d'amore, tutto in te fu naufragio!

    Nell'infanzia di nebbia la mia anima alata e ferita.
    Esploratore perduto, tutto in te fu naufragio!

    Ti cingesti al dolore, ti aggrappasti al desiderio,
    ti abbatté la tristezza, tutto in te fu naufragio!

    Feci indietreggiare la muraglia d'ombra,
    andai oltre il desiderio e l'atto.

    Oh carne, carne mia, donna che amai e persi,
    te, in questa ora umida, evoco e canto.

    Come un bicchiere ospitasti l'infinita tenerezza,
    e l'infinito oblio ti frantumò come un bicchiere.
    Era la nera, nera solitudine delle isole,
    e lì, donna d'amore, mi accolsero le tue braccia.

    Era la sete e la fame, e tu fosti la frutta.
    Era il dolore e la rovina, e tu fosti il miracolo.

    Oh donna, non so come hai potuto contenermi
    nella terra della tua anima, nella croce delle tue braccia!

    Il mio desiderio di te fu il più terribile e breve,
    i più inquieto ed ebbro, il più avido e teso.

    Cimitero di baci, c'è ancora fuoco sulle tue tombe,
    ancora bruciano i grappoli sbecchettati dagli uccelli.

    Oh la bocca mordicchiata, le membra baciate,
    oh i denti famelici, oh i corpi intrecciati.

    Oh l'amplesso folle di speranza e vigore
    in cui ci congiungevamo e ci disperavamo.

    E la tenerezza, lieve come acqua e farina.
    E la parola appena iniziata sulle labbra.

    Quello fu il mio destino e con esso viaggiò il mio desiderio,
    con esso crollò il mio desiderio, tutto in te fu naufragio!

    Oh sentina di macerie, in te tutto crollava,
    quale dolore non esprimesti, quale onde non ti affogarono.

    Di caduta in caduta, ancora fiammeggiasti e cantasti.
    In piedi come un marinaio a prua della nave.

    Ancora fioristi in canti, ancora straripasti in correnti.
    Oh sentina di macerie, posso aperto e amaro.

    Pallido palombaro, tutto in te fu naufragio!

    È l'ora di partire, l'ora fredda e dura
    che la notte ferma su ogni orologio.

    Il cinturone rumoroso del mare cinge la costa.
    Sorgono fredde stelle, migrano uccelli neri.

    Abbandonato come le banchine all'alba.
    Solo l'ombra tremante mi si ritorce tra le mani.

    Ah più in là di qualsiasi cosa. Ah ben più in là.
    È l'ora di partire. Oh abbandonato!


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    Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
    assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
    Il mio corpo di rude contadino ti scava
    e fa scaturire i figlio dal fondo della terra.

    Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
    e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
    Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
    come una freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

    Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
    Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
    Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
    Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

    Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
    Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
    Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
    e la fatica rimane, e il dolore infinito.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Nella sua fiamma mortale la luce ti avvolge.
    Assorta, pallida, dolente, adagiata così
    contro le antiche spirali del crepuscolo
    che intorno a te gira.
    Muta, amica mia,
    sola nella solitudine di quest'ora di morte
    e piena delle tante vite del fuoco,
    erede pura del giorno distrutto.

    Dal sole cade un grappolo sul tuo vestito scuro.
    Le grandi radici della notte
    crescono improvvise dalla tua anima,
    e riaffiorano in superficie le cose in te celate,
    così che un popolo pallido e azzurro
    da te appena generato si nutre.

    Oh solenne e feconda e magnetica schiava
    del cerchio che in nero e oro succede:
    fiera, cerca e trova una creazione tanto viva
    che i suoi fiori soccombono, e di tristezza è piena


    --------------------------------------------------------------------------------

    Ah immensità di pini, rumore d'onde che s'infrangono,
    gioco lento di luci, campana solitaria,
    crepuscolo che cala sui tuoi occhi, bambolina,
    conchiglia terrestre, in te la terra canta!
    Cantano in te i fiumi e la mia anima li insegue
    come tu vuoi e laddove a te piace.
    Indicami la strada sul tuo arco di speranza
    e libererò delirante il mio stormo di frecce.

    Sto vedendo intorno a me la tua cinture di nebbia
    e il tuo silenzio incalza le mie ore braccate,
    ed è in te, nelle tue braccia di pietra trasparente,
    che ancorano i miei baci e la mia umida ansia si annida.

    Ah la tua voce misteriosa che l'amore colora e piega
    nel tramonto che risuona e muore!
    Così nelle ore profonde sui campi ho visto
    Piegarsi le spighe nella bocca del vento


    --------------------------------------------------------------------------------

    La mattina è gonfia di tempesta
    nel cuore dell'estate.
    Come bianchi fazzoletti d'addio viaggiano le nubi,
    il vento le scuote con le sue mani peregrine.

    Cuore infinito del vento
    che palpita sul nostro silenzio innamorato.

    E ronza tra gli alberi, orchestrale e divino,
    come una lingua piena di guerre e di canti.

    Vento che rapina fulmineo le foglie secche
    e devia le frecce palpitanti degli uccelli.

    Vento che le travolge in onda senza spuma
    e sostanza senza peso, e fuochi inclinati.

    Si rompe e sommerge il suo volume di baci
    combattuto sulla porta del vento dell'estate.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Perché tu possa ascoltarmi
    le mie parole
    si fanno sottili, a volte,
    come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
    Collana, sonaglio ebbro
    Per le tue mani dolci come l'uva.

    E le vedo ormai lontane le mie parole.
    Più che mie sono tue.
    Come edera crescono aggrappate al moio dolore antico.

    Così si aggrappano alle pareti umide.
    È tua la colpa di questo gioco cruento.

    Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
    Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.

    Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
    e più di te sono abituate alla mia tristezza.

    Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
    Perché tu le ascolti come voglio essere ascoltato.

    Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
    Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
    Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
    Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
    Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
    Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.

    Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
    Tutto ti prendi tu, tutto.

    E io le intreccio tutte in una collana infinita
    per le tue mani bianche, dolci come l'uva.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Ricordo com'eri l'autunno scorso.
    Eri il basco grigio e il cuore quieto.
    Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
    E le foglie cadevano sull'acqua della tua anima.
    Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
    le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
    Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
    Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.

    Sento vagare il tuo sguardo e l'autunno è lontano:
    basco grigio, voce d'uccello e cuore famigliare
    dove migravano i miei desideri profondi
    e cadevano i miei baci allegri come braci.

    Cielo dalla nave. Campo dai colli.
    Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
    Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
    Foglie secche d'autunno giravano nella tua anima.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Chino sulle sere, lancio le mie reti tristi
    nei tuoi occhi oceanici.
    Lì si tende e arde nella pira più alta
    la mia solitudine che annaspa come un naufrago.

    Lancio rossi segnali oltre i tuoi occhi assenti
    che ondeggiano come il mare sulla sponda di un faro.

    Sorvegli solo le tenebre, femmina distante e mia,
    dal tuo sguardo talora emerge la costa dello spavento.

    Chino sulle sere, getto le mie reti tristi
    in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici.

    Gli uccelli notturni beccano le prime stelle
    che splendono come la mia anima quando ti amo.

    La notte galoppa sulla sua cavalla ombrosa
    sparpagliando spighe azzurre sul campo.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Ape bianca, ebbra di miele, ronzi nella mia anima
    e ti torci in lente sperali di fumo.
    Sono il disperato, la parola senza eco,
    quello che ha perduto tutto, quello che tutto aveva.

    Mio ultimo ormeggio, in te cigola la mia ultima ansia.
    Nella mia terra deserta sei l'ultima rosa.

    Ah silenziosa!

    Chiudi i tuoi occhi profondi. Lì aleggia la notte.
    Ah denuda il tuo corpo di statua timorosa.

    Hai occhi profondi dove batte le ali la notte.
    Fresche braccia di fiore e grembo di rosa.

    I tuoi seni sembrano conchiglie bianche.
    Si è addormentata sul tuo ventre una farfalla d'ombra.

    Ah silenziosa!

    Ecco qui la solitudine del luogo ove non sei.
    Piove. Il vento del mare caccia gabbiani erranti.

    L'acqua cammina scalza per le strade bagnate.
    Da quell'albero si lamentano, come malati, le foglie.

    Ape bianca, assente, ancora ronzi nella mia anima.
    Rivivi nel tempo, snella e silenziosa.

    Ah silenziosa!


    --------------------------------------------------------------------------------

    Ubriaco di trementina e di lunghi baci,
    guido il veliero delle rose, estivo,
    che volge verso la morte del giorno sottile,
    posato sulla solida frenesia marina.
    Pallido e ormeggiato alla mia acqua famelica
    incrocio nell'acre odore del clima aperto,
    ancora vestito di grigio e di suoni amari,
    e di un cimiero triste di spuma abbandonata.

    Vado, duro di passioni, in sella all'unica mia onda,
    lunare, solare, ardente e freddo, repentino,
    addormentato nella gola di felici
    isole bianche e dolci come freschi fianchi.

    Trema nella notte umida il mio abito di baci
    follemente carico di impulsi elettrici,
    diviso in modo eroico tra i miei sogni
    e le rose inebrianti che con me si cimentano.

    Controcorrente, in mezzo a onde esterne,
    il tuo corpo parallelo si ferma tra le mie braccia
    come un pesce per sempre incollato alla mia anima,
    rapido e lento nell'energia subceleste.


    --------------------------------------------------------------------------------

    Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
    Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
    mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.
    Ho visto dalla mia finestra
    la festa del tramonto sui monti lontani.

    A volte, come una moneta
    mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.

    Io ti ricordavo con l'anima oppressa
    da quella tristezza che tu mi conosci.

    Dove eri allora?
    Tra quali genti?
    Dicendo quali parole?
    Perché mi investirà tutto l'amore di colpo
    quando mi sento triste e ti sento lontana?

    È caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
    e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.

    Sempre, sempre ti allontani la sera
    e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

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  5. Tryllyna87
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    neruda è davvero meraviglioso...non ce ne sono migliori di lui...e mai ce ne saranno a mio avviso..
     
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  6. A l b a
        +1   -1
     
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    Quoto Tryllina... nulla togliendo a tutti gli altri poeti, ma il modo in cui Neruda esprime il suo amore è unico e irripetibile.
    Grazie Streguccia per averle postate!

    La mia preferita è questa:
    CODICE
    Qui ti amo.
    Tra i pini scuri si srotola il vento.
    Brilla fosforescente la luna su acque erranti.
    Passano giorni uguali, inseguendosi l'un l'altro.
    Si dirada la nebbia in figure danzanti.
    Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
    A volte una vela. Alte, alte stelle.

    O la croce nera di una nave.
    Solo.
    A volte mi alzo all'alba e persino la mia anima è umida.
    Suona, risuona il mare lontano.
    Questo è un porto.
    Qui io ti amo.

    Qui io ti amo e invano l'orizzonte ti occulta.
    Ti sto amando anche in mezzo a queste cose fredde.
    A volte vanno i miei baci su quelle navi gravi,
    che corrono sul mare dove non arriveranno.
    Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.

    Sono più tristi le banchine quando ormeggia la sera.
    Si stanca la mia vita inutilmente affamata.
    Amo quel che non ho. Tu sei così distante.
    La mia noia lotta con lenti crepuscoli.
    Ma poi giunge la notte e inizia a cantarmi.
    La luna proietta la sua pellicola di sogno.

    Mi guardano con i tuoi occhi le stelle più grandi.
    E poiché io ti amo, i pini nel vento
    vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie metalliche.


    è un ricordo indelebile e leggerla risveglia in me quel tumulto di emozioni... non so descrivervi, ma il mio cuore batte sempre fortissimo.
     
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  7. Andrea76*
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    Bimba bruna e flessuosa, il sole che fa la frutta,
    quello che riempie il grano, quello che piega le alghe,
    ha fatto il tuo corpo allegro, i tuoi occhi luminosi
    e la tua bocca che ha il sorriso dell'acqua.
    Un sole nero e ansioso si attorciglia alle matasse
    della tua nera chioma, quando allunghi le braccia.
    Tu giochi con il sole come un ruscello
    e lui ti lascia negli occhi due piccoli stagni scuri.

    Bimba bruna e flessuosa, nulla mi avvicina a te.
    Tutto da te mi allontana, come dal mezzogiorno.
    Sei la delirante gioventù dell'ape,
    l'ebbrezza dell'onda, la forza della spiga.

    Eppure il mio cuore cupo ti cerca,
    e amo il tuo corpo allegro, la tua voce disinvolta e sottile.
    Farfalla bruna dolce e definitiva
    come il campo di grano e il sole, il papavero e l'acqua.



    Bellissima questa.... Neruda è uno dei miei poeti preferiti.
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    E' il più grande
     
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  9. Cesco
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    E' BELLO, AMORE, SENTIRTI VICINO A ME


    E' bello, amore, sentirti vicino a me nella notte,
    invisibile nel tuo sogno, seriamente notturna,
    mentr'io districo le mie preoccupazioni
    come fossero reti confuse.

    Assente il tuo cuore naviga pei sogni,
    ma il tuo corpo così abbandonato respira
    cercandomi senza vedermi, completando il mio sonno
    come una pianta che si duplica nell'ombra.

    Eretta, sarai un'altra che vivrà domani,
    ma delle frontiere perdute nella notte,
    di quest'essere e non essere in cui ci troviamo
    qualcosa resta che ci avvicina nella luce della vita
    come se il sigillo dell'ombra indicasse
    col fuoco le sue segrete creature
    .


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  10. Dolce_delfina
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    amo alla follia Neruda... l'ho messo anche nella mia tesina per tanto....

    adoro i cento sonetti d'amore
     
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9 replies since 13/7/2007, 17:34   6674 views
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